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Italia | A Palazzo Chigi si discute se sciogliere i gruppi di estrema destra

Sabato pomeriggio, 9 ottobre 2021, la Camera del Lavoro della Capitale, sede nazionale della Cgil, a Roma, è stata assaltata, nel corso delle manifestazioni contro il Green Pass, da gruppi presumibilmente appartenenti al partito di estrema destra Forza Nuova, nel corso di violenti scontri nel centro della città.

Dopo l’assalto sono stati effettuati alcuni arresti, compresi quelli dei leader del movimento Forza Nuova.

In seguito alla devastazione della sede della CGL di Roma, Maurizio Landini, segretario della Cgil, ha incontrato il presidente del Consiglio Mario Draghi, dichiarando che «il passato non deve tornare», con chiaro riferimento al fascismo e al neofascismo. “I sindacati” li ha rassicurato Draghi “sono un presidio di democrazia e dei diritti dei lavoratori; nessuna tolleranza contro intimidazioni ed episodi di violenza”.

«Ho ringraziato il presidente Draghi — ha quindi dichiarato Landini — per la visita, che ha un significato molto importante per quanto avvenuto. Il presidente ha voluto segnalare la vicinanza dell’intero governo e di tutte le istituzioni nel condannare un passato che non vogliano ritorni. È fatto non scontato, ma particolarmente importante e significativo. Non solo abbiamo fatto presente che sabato 16, nel corso della manifestazione organizzata dai sindacati, ci sarà la richiesta precisa di un provvedimento per lo scioglimento delle forze politiche che si richiamano al fascismo.”

Sabato 16 ottobre, infatti, si terrà una manifestazione organizzata dai sindacati che chiederà lo scioglimento dei partiti di estrema destra.

La questione è stata aperta già domenica, il giorno dopo l’assalto alla sede. A Palazzo Chigi si è da subito delineata l’ipotesi – secondo la mozione del Pd – di sciogliere Forza nuova con un decreto legge del governo. Il presidente Draghi vorrebbe così arginare le proteste di piazza, per evitare che degenerino, e sostiene che lo scioglimento dei partiti di estrema destra sia l’unica soluzione.

La scelta potrebbe fondarsi sulla legge Scelba del 20 giugno 1952, che consente al governo «in casi straordinari di necessità e di urgenza» di agire per decreto-legge se un movimento usa la violenza «quale metodo di lotta politico» o «denigra la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza».

Il tema, esplosivo e delicatissimo, preannuncia tempesta: nella storia d’Italia sino ad ora, un partito politico non è mai stato sciolto con un decreto legge del governo. Solo Ordine Nuovo fu sciolto nel 1973 dal ministro dell’Interno Paolo Emilio Taviani, ma a seguito di una sentenza.

Se le indagini della magistratura dovessero accertare che i movimenti neo-fascisti hanno attentato alle istituzioni e c’è il rischio che lo facciano ancora, Palazzo Chigi potrebbe attuare il “decreto di urgenza”. A contestare veementemente tale possibilità, è il centrodestra, che contesta la proposta del PD: Salvini ha detto di essere contrario al decreto.

A raffrenare la decisione di Palazzo Chigi è il fatto che il Viminale si pone dubbioso sull’approvare un decreto proprio mentre i responsabili dell’assalto alla Cgil sono ancora in carcere: le proteste potrebbero scaturire molto violente.  

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