All’inizio del celebre romanzo di Jules Verne “Viaggio al centro della terra” una misteriosa pergamena, scritta in caratteri runici, viene trovata casualmente tra le pagine di un vecchio libro da Otto Lidenbrock, rinomato docente di mineralogia in un ginnasio di Amburgo.
Il messaggio viene decifrato da Axel, nipote del professore, dopo giorni e notti di tentativi tormentosi. Esso proviene da Arne Saknussemm, alchimista islandese del XVI secolo, e dice, in latino:
In Sneffels Yoculis craterem kem delibat umbra Scartaris Julii intra calendas descende, audas viator, et terrestre centrum attinges. kod feci. Arne Saknussemm
Nel cratere Yökull dello Snæffels che l’ombra dello Scartaris tocca alle calende di luglio, scendi, viaggiatore coraggioso, e raggiungerai il centro della terra. Io l’ho fatto. Arne Saknussemm
Nulla più riesce a trattenere Lidenbrock che, con il fido nipote al seguito, parte per l’Islanda e si lancia nella folle avventura. Dopo che è stata assoldata una guida locale, solida come una roccia, chiamata Hulja, la vertiginosa impresa incomincia e il terzetto si cala nelle viscere della terra. Le sorprese più incredibili attendono i viaggiatori: un gran mare sotterraneo, mostri preistorici, pterodattili, foreste di funghi giganti…
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