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La nuova Lepanto è in corso per una sedia

Se il 7 ottobre 1571 su ricordato perché la Lega Santa frenò l’invasione turca in Europa, nella battaglia navale di Lepanto, l’aprile 2021 sarà ricordato dai posteri per l’inglorioso “sofagate”.

7 ottobre 1571 – Grande vittoria navale cristiana

Si chiama davvero così il caso che ha, forse, aperto gli occhi all’Europa, sull’autoritarismo oscurantista di Erdogan. Non è servita Santa Sofia islamizzata, non è servito il colpo di stato ordito (e fallito) dai militari turchi nel 2016, ma è bastata una sedia.

E così, il fatto che Ursula Von der Leyen sia rimasta seduta sul divano anziché sulla sedia d’ordinanza, ha scatenato un putiferio.

Da una parte, il premier italiano Mario Draghi si è proposto come San Giorgio nei confronti della principessa Ursula, facendo questa volta emergere (anziché ucciderlo, come nel caso di San Giorgio) il drago che è in sé, contro la mezzaluna islamica del Sultano; dall’altra, ora anche la patria della Rivoluzione, la Francia, grida allo scandalo.  La Turchia, dice il ministro per l’Europa francese, Clement Beaune, ha ordito “una trappola” nei confronti di Ursula, costringendola a sedersi a lato nella visita ad Ankara. I turchi, secondo Beaune, “si sono comportati molto male”, e l’affaire è stato volutamente un “atto deliberato contro l’Europa”, “un insulto”.

Insomma, la “una deriva autoritaria” della Turchia, deve spingere gli europei a essere molto determinati con Ankara.

Ma c’è di più, poiché dalla sedia si passa al calcio: in seguito alle parole di Mario Draghi, la Turchia si è profondamente risentita e la crisi diplomatica fra Erdogan e Draghi diventa un braccio di ferro sugli Europei di calcio. E così, complice il Covid che provoca la chiusura degli impianti sportivi al pubblico, Roma potrebbe perdere la cerimonia di apertura degli Europei che le era stata assegnata. Istanbul, invece, è pronta a candidarsi come alternativa.

Non è più Costantinopoli, mito della Seconda Roma, Capitale d’Oriente, a litigare per il primato ecclesiastico con la diocesi di Roma, la quale portò al parossismo la tensione, sino allo scisma del 1054 tra le due Chiese, non è più la Terza Roma di Mosca a cercar di supplire il mito dei Cesari con quello degli Czar, non è più, dunque, una capitale cristiana con medesimo pensiero e cultura a contendersi il primato del Vecchio Continente, bensì una capitale islamica, con a capo un vero e proprio Sultano.

Non sia guerra di religione, dunque, né teologica, ma sia contrasto, anche se i motivi non siano poi così alti, trattandosi di sedie, e di calcio. Ma anche le sedie e il calcio possono nascondere un’importante e paurosa previsione: la sovranità ideologica del vincitore.   

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