“Ha suscitato scandalo la proposta di Salvini di riaprire le chiese a Pasqua. Non altrettanto scandalo aveva suscitato l’idea di Renzi di riaprire le librerie, né quella della Confindustria di tenere aperte le imprese. Il leader della Lega mescola certo con troppa superficialità il profano della politica con il sacro della preghiera. E le esigenze di distanziamento sociale rendono evidentemente impossibile ciò che chiede. Ma le reazioni che ha ricevuto, quasi sdegnate, fanno riflettere. La paradossale verità è che oggi cultura e industria ci appaiono strumenti di rinascita e riscatto più idonei della religione. Il processo di secolarizzazione, anche nel Paese più cattolico d’Europa, ha ormai espunto la fede dal dibattito pubblico, come se fosse un sentimento privato, rispettato sì, ma in definitiva inutile al corpo sociale.

Invece il sacro è sempre stato un formidabile strumento di tenuta e coesione delle società umane, e forse è addirittura nato per questo scopo. Émile Durkheim, il fondatore della sociologia, definiva la religione «una cosa eminentemente sociale», il modo con cui le comunità degli uomini, attraverso credenze e riti, costruivano la propria rappresentazione collettiva.” (…)

Antonio Polito, Corriere della Sera

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“La paradossale verità è che oggi cultura e industria ci appaiono strumenti di rinascita e riscatto più idonei della religione.”

La Chiesa ha dominato e governato la nostra società per molti secoli. Oggi è stata messa nell’angolo. Nei “corsi e ricorsi della Storia” potrà risalire la china e ritornare grande, ripristinando la fede in un popolo che l’ha già quasi tutta persa?