Il quotidiano romando Le Temps pubblica oggi un articolo titolato “La Svizzera di fronte allo choc dell’euro”, una serie di supposizioni su cosa accadrebbe se l’euro e il franco svizzero fossero a pari, 1 a 1. Ne riportiamo qui di seguito la traduzione dei passaggi più significativi.

“La stampa svizzero tedesca aveva fatto salire l’allarme quando aveva scritto che Philipp Hildebrand, presidente della Banca Nazionale Svizzera aveva evocato lo spettro di un euro al valore di mezzo franco svizzero, 0.50 centesimi.
Il governo federale ha smentito e assicurato che lo scorso 10 dicembre, quando Hildebrand aveva chiesto lo stanziamento di 16 miliardi di franchi per aiutare i paesi europei in gravi difficoltà non si era mai paventato uno scenario così catastrofico.
E’ da circa un anno che il tradizionale cambio di 1.50 franchi per un euro non appare sui tabelloni luminescenti dei cambi. Addirittura in poco meno di due mesi l’euro ha perso oltre dell’8% del suo valore rispetto al franco.

0.50 centesimi di franco per 1 euro è una cifra molto teorica, anche di fronte a quanto accaduto in questi mesi. Hildebrand non ha evocato un cambio così basso, ma se in uno scenario futuro questo dovesse accadere il nostro governo è pronto a parare il colpo? Il Consiglio federale saprebbe far fronte alla minaccia del crollo del potere di acquisto di una Zona euro che attualmente assorbe quasi la metà dell’export svizzero?

La crisi greca, i problemi dell’Irlanda o il debito del Portogallo non stanno creando grattacapi all’economia svizzera. Ma mettiamo il caso che nei primi mesi del 2011 la Spagna si trovasse nella situazione di non poter in alcun modo far fronte al suo debito e che, per motivi diversi, anche la Francia segnasse un crollo sui mercati finanziari. Che accadrebbe alla Svizzera, con due paesi “chiave” della Zona euro in guai seri?
I consumatori godrebbero della caduta dei prezzi dei beni di consumo importati, tre quarti dei quali provengono dai paesi della Zona euro.
Senza scendere a 0.50 centesimi, anche una situazione a pari, 1 euro=1 franco sarebbe un disastro per gli esportatori. Andrebbe male anche per il fronte degli investimenti delle società straniere, che volgerebbero l’attenzione altrove. Questa minaccia è perennemente sulla bocca degli industriali, ma di fronte a un brutale deprezzamento il loro problema non sarebbe quello di convincere i clienti europei ad acquistare prodotti sempre più cari, ma bensì quello di trovare ancora acquirenti nei paesi spazzati da una crisi maggiore. Una crisi che condurrebbe ad un afflusso di capitali europei nelle banche svizzere e questo in un primo tempo aumenterebbe ancor di più il valore del franco svizzero.

Fabrizio Quirighetti, economista presso la banca Syz di Ginevra, ritiene che l’euro non andrebbe a fondo da solo. La sua caduta avrebbe degli effetti negativi anche sul franco svizzero. “Prima di arrivare a questo punto – spiega – i mercati avranno integrato il fatto che il movimento danneggerà molto l’export svizzero. Il cambio attuale di 1.26 per 1 euro integra già gran parte delle minacce su un paese come la Spagna.”

Che accadrebbe, nel caso di un’implosione dell’euro o dell’uscita della Germania dalla Zona euro? Il nuovo marco tedesco salirebbe così in fretta da danneggiare irrimediabilmente un po’ tutti, tedeschi inclusi.
La marcia che l’euro sembra stia effettuando verso la parità con il franco svizzero minaccerebbe la Svizzera di una recessione tale che le autorità elvetiche dovrebbero prendere in considerazione un deprezzamento forzato. Una decisione prettamente politica che susciterebbe nel paese infiniti dibattiti, infiammando soprattutto gli ambiti bancari.
Forse per questi motivi Philipp Hildebrand aveva lanciato l’allarme, precisando che da sola la Banca Nazionale non può salvare il franco e dunque il governo deve stanziare 16 miliardi al Fondo monetario internazionale per sostenere gli Stati europei in difficoltà.”