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Giovedì scorso il nuovo vice-presidente del PLR Gabriele Gendotti ha lanciato quello che si annuncia come il tormentone dei prossimi mesi: la Santa Alleanza che ritiene esista fra il PPD, la Lega dei ticinesi, l’UDC e Idea liberale.

Biasimo va in particolare all’indirizzo del PPD, che Gendotti ritiene essersi troppo avvicinato al partito di Bignasca. Un’alleanza contro la quale l’ex Consigliere di Stato promette battaglia.

Intervenendo sabato scorso ai microfoni della RSI, il presidente cantonale del PPD Giovanni Jelmini ha replicato alle stoccate di Gendotti dicendo che la sua è un’analisi semplicistica: “Gendotti ha forse dimenticato una seconda alleanza, che non è santa, tra il partito radicale e il partito socialista.”
Jelmini ha aggiunto che il suo partito ha le proprie strategie politiche e che dunque cerca alleanze: “Il PPD ha il proprio profilo e discute con chi è disposto a discutere – ha dichiarato – Mi sembra che ultimamente discutere con il PLR, più radicale che liberale, sia difficile.”

Sull’appoggio dell’elettorato leghista al PPD, evidenziato dalle recenti elezioni federali, Giuliano Bignasca ha dichiarato che la Lega guiderà tutte le coalizioni possibili per ottenere la concretizzazione delle sue rivendicazioni, come tredicesima AVS, sgravi fiscali, 50 milioni di franchi per il lavoro dei giovani, campi di lavoro per i rifugiati, relazioni con Berna, ecc.
“Per tutte queste cose noi facciamo alleanze anche con il diavolo – ha detto Bignasca.