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La magistratura vaticana ha rinviato a giudizio Paolo Gabriele, il maggiordomo di Papa Benedetto XVI accusato di furto aggravato delle carte riservate del Pontefice.

Nella sentenza si rivela che viene rinviato a giudizio – per concorso in furto aggravato, favoreggiamento e violazione del segreto – anche Claudio Sciarpelletti, informatico e dipendente della segreteria di Stato.
Il ruolo di Sciarpelletti, ha puntualizzato il portavoce vaticano Federico Lombardi, è marginale. Era stato arrestato lo scorso 25 maggio ma la notizia, seppur qualche voce era trapelata, era rimasta perlopiù riservata.
Tra il materiale che i gendarmi hanno trovato in possesso di Paolo Gabriele, materiale poi sequestrato, è stato trovato anche un assegno di 100mila euro, datato 26 marzo 2012 e intestato a Papa Benedetto XVI, una pepita presunta d’oro e un’edizione della traduzione dell’Eneide di Annibal Caro del 1581.
Paolo Gabriele si trova agli arresti domiciliari dal 21 luglio ed è stato sottoposto a una perizia psichiatrica.