Gerusalemme 16 /02/2018

Nel suo Ars Poetica Orazio scrisse: ‘Parturient montes, nascetur ridiculus mus’, una frase che nella sua traduzione letterale cita: “I monti avranno le doglie del parto, nascerà un ridicolo topo”, il poeta intende mettere in chiaro che spesso si parte con grandi aspettative e poi tutto si rivela infondato o profondamente ridimensionato.
Anche questa volta, e lo scrivo con la quasi certezza di non essere smentito, in caso contrario sono sempre disposto ad ammettere il mio errore di valutazione, le notizie che riguardano il Premier israeliano Benjamin Netanyahu si sgonfieranno esattamente come è stato per tutte le volte precedenti e prima di passare al nocciolo della questione attuale è bene, come in ogni serie televisiva, fare il riassunto delle puntate precedenti.


In passato su Benjamin Netanyahu la sinistra israeliana, con vasta eco e cassa di risonanza da parte di tutte le sinistre mondiali e dei media telecomandati, ne hanno inventate di tutti i tipi, alcune anche francamente divertenti.
Impossibile dimenticare la ridicola storia delle bottiglie di plastica, sì, avete capito bene, non sapendo a cosa attaccarsi alcuni giornali e stazioni televisive israeliane fecero girare la storia che il Premier in carica si era appropriato di una somma che al cambio corrispondeva a circa € 1.000 (mille euro) frutto della vendita dei vuoti resi. Le bottiglie riportate e riscattate erano di bevande acquistate dalla residenza del Primo Ministro con denaro pubblico perché usate in pranzi e cene ufficiali. Per cui, questo era il ragionamento, anche i vuoti erano di proprietà pubblica e quindi il denaro ricevuto indietro doveva essere rimesso nella cassa della residenza ufficiale, cosa che probabilmente accadde davvero visto che improvvisamente questa accusa sparì.
Rileggendo ora gli articoli di allora sembra di vedere il Primo Ministro che di sera, e con aria misteriosa, magari coperto dal bavero con in testa un Borsalino, va nei negozi a rivendere bottiglie di vetro o in PET.
Passato il periodo delle bottiglie vuote e dei resi si passò, forse era già estate, al gelato. L’accusa che colpì il Primo Ministro fu quella di acquistare troppo gelato al pistacchio, il suo preferito. Per cifre così alte che se davvero avesse mangiato tutto quel gelato il povero Bibi sarebbe sicuramente morto di diabete.
A seguire, tanto per non far mancare nulla uscì lo scandalo che colpì la moglie Sarah che trattava male i camerieri e le guardie del corpo addette alla residenza. Che Sara Netanyahu non abbia un buon carattere è risaputo, ma non è certo motivo di Impeachment per il marito. Quello che lascia basiti, almeno in questa parte del riassunto, sono le registrazioni audio effettuate senza autorizzazione all’interno di una residenza come quella del Primo Ministro che dovrebbe, ma il condizionale è d’obbligo, avere la massima privacy. Registrazioni che sono poi state mandate in onda a ripetizione, fino alla nausea, dalla quasi totalità delle radio e delle televisioni.
Ma non è tutto e a sinistra non si perde tempo, infatti dopo la sonora sconfitta ricevuta nelle scorse elezioni politiche, e la ancora più sonora sconfitta, secondo tutte le previsioni delle prossime, con il solito modus operandi che abbiamo già visto in tutte le salse e tutte le varianti dopo i due capitoli ‘Vuoti a Rendere’ e ‘ Gelato al Pistacchio’, siamo passati ai sigari, Champagne e regali.
Con indagini che sono durate circa due anni la polizia investigativa ha presentato il suo rapporto sul Primo Ministro, rapporto che non parla di mazzette in contanti ma di regali per una cifra che al cambio attuale si aggira intorno al 200.000 €, come scritto prima i regali erano sigari e Champagne.
I coniugi Netanyahu non hanno mai negato di aver fatto o ricevuto regali da amici di vecchia data come il produttore di Hollywood Arnon Milchan e il tycoon australiano James Packer.
Secondo l’accusa Arnon Milchan, che non aveva il visto di residenza negli Stati Uniti, avrebbe fatto regali per ottenere l’aiuto dell’amico Netanyahu che avrebbe addirittura fatto pressione all’allora Segretario di Stato americano John Kerry.
Questo non è credibile, e le cronache degli otto anni di Obama alla Casa Bianca lo raccontano chiaramente, perché il Premier israeliano e il suo governo hanno vissuto gli otto anni della presidenza del Premio Nobel per la pace, in continuo stato di emergenza e limitando i contatti al minimo indispensabile per evitare strappi irreparabili. Figuriamoci se Netanyahu poteva in qualche modo contattare Kerry per avere una raccomandazione e, se lo avesse fatto, avrebbe sicuramente ottenuto l’effetto contrario.
Un altro particolare estremamente importante che va spiegato bene, visto che fino a questo momento non ho letto da nessuna parte qualcuno che si sia preso la briga di farlo, è che attualmente il Premier Netanyahu non è ancora formalmente accusato di nulla. Sul tavolo c’è solo una raccomandazione della polizia al procuratore di emettere un avviso di garanzia per una valutazione delle prove raccolte al fine di, eventualmente, rinviare Benjamin Netanyahu a processo.
C’è anche da dire inoltre che negli ultimi dieci anni oltre il 50% delle raccomandazioni a procedere della polizia sono state archiviate dai procuratori per mancanza di prove certe e attendibili.
Per sapere come tutto ciò andrà a finire ci vorranno i tempi tecnici ed è verosimile, a meno di eccezionali colpi di scena o di altre informazioni che attualmente non conosciamo, che anche questa storia finisca nel dimenticatoio e faccia la fine di quelle che l’hanno preceduta.
Avevo iniziato questo articolo citando Orazio e vorrei finirlo citando William Shakespeare, perché è molto probabile che si stia facendo ‘Molto rumore per nulla’.
Detto questo credo che l’unico a dover essere seriamente preoccupato dovrebbe essere il medico che tiene in cura Il Primo Ministro, perché se tutto dovesse risultare vero il suo paziente mangia chili di gelato, beve ettolitri di Champagne e fuma decine di sigari e poi, in preda a raptus etilici, gira di notte con buste piene di vuoti da rivendere nei chioschi o nei supermercati.