Anna Regina. Elisabetta Regina. Poiché tutti sappiamo che Anna Bolena prima regina nella storia ad esser stata condannata alla decapitazione dal marito e re Enrico VIII, fu anche la madre della grande Elizabeth, promotrice della Golden Age d’Inghilterra. Questa, però, è un’altra storia.

Claire Foy (due volte regina sul piccolo schermo della BBC) prima di aver dato il celebre volto alla giovane Elisabetta II in The Crown (2016) è stata Anna Bolena in Wolf Hall (2015).

Nella serie, però, a padroneggiare è Mark Rylance, nei panni di Thomas Cromwell, quel Cromwell meno famoso (nella ricezione continentale del grande pubblico) di Oliver Cromwell, eppure fondamentale per l’ascesa (e caduta) di Anna Bolena, nonché per lo scisma anglicano.

Wolf Hall è il titolo della serie, datata 2015, eccellente prodotto della BBC, ancora inedito sugli altri canali, ma visibile in lingua originale su varie piattaforme a pagamento, tratto dall’omonima trilogia bestseller di Hilary Mantel (2009).

La narrazione si snoda a volte lenta e un po’ tortuosa, sulle note di un Cromwell affascinato da Machiavelli – con qualche intermezzo in un italiano veramente scorretto alle orecchie di un italiano, ma è l’unica nota stonata – che entra, suo malgrado, nelle grazie di re Enrico VIII.

Il re, interpretato da Damian Lewis è ossessionato dalla conquista della Francia, di Anna, da un erede maschio e vede in Cromwell un prezioso alleato non solo per i suoi progetti ma anche per i suoi incubi.

Dal canto suo, Anna è una giovane dama determinata nel divenir regina, perfettamente conscia dei rischi della sua ambizione.

La trama si lascia alle spalle i drammi personali di Cromwell e ne intreccia le vicende a quelle di Anna, di Caterina d’Aragona, di Enrico VIII e anche di Mary Bolena, sorella minore di Anna, ex amante (scaricata) del re, che se da un lato supporta la sorella, dall’altro ne critica l’ego smisurato.

Una narrazione pertanto insolita, molto lontana da “L’altra donna del re” (2009) che mostrava un’Anna Bolena (interpretata da Natalie Portamn) vittima delle bramosie di Enrico VIII (Eric Bana), poiché qui vediamo esattamente il contrario.

Una narrazione che potrebbe risultare addirittura stonata alle orecchie degli appassionati della tragedi adi Anna, poiché una volta incoronata, è proprio la regina a ordinare l’esecuzione di Thomas More o di Eliza Burton, soluzioni su cui lo spettatore può nutrire molti dubbi, data la reputazione di Enrico VIII.

Nella serie acquistano spessore anche l’arcivescovo Woosley (che non riconobbe il matrimonio di Anna Bolena con il suo precedente fidanzato, Henry Percy) e la perfida Lady Rocheford, conosciuta anche col nome di Jane Parker, cognata di Anna, in quanto moglie (gelosissima) del di lei fratello, George.

Ma che cos’è Wolf Hall? È il nome della casata dei Seymour, dalla quale proviene la diafana e subdola Jane, che sarà la prossima moglie del re, una volta che Anna sarà mandata a morte.

Una serie per certi versi cinica, ma potente, con una colonna sonora (elemento non trascurabile) perfettamente congrua all’epoca (liuto, arpa), che mostra l’ascesa di Thomas Crownell e la repentina caduta di Anna Bolena, invidiata, odiata e tradita anche dal suo stesso zio. Da vedere.