I parlamentari del Consiglio d’Europa hanno avviato stamani l’esame del rapporto sul traffico di organi umani prelevati ai detenuti in Kosovo.
“Avrei potuto evitare di fare nomi, ma il rispetto per le vittime e le loro famiglie impone di dire la verità e nomi”, ha esordito Dick Marty, il parlamentare svizzero che ha redatto il rapporto.

Il voto sul documento, in cui alcuni leader dell’esercito di liberazione del Kosovo Uck vengono indicati come responsabili di questo crimine, è previsto per il pomeriggio.

A chi, come l’Albania, ha attaccato il rapporto asserendo che non contiene altro che accuse infondate, Dick Marty ha risposto asserendo di “aver trovato i testimoni” e che le “loro ricostruzioni sono attendibili”.
Secondo il consigliere agli Stati ticinese, sono proprio le loro parole a spaventare tanto alcune persone. “Queste persone non hanno niente a che fare con la Serbia e Mosca, amano il loro paese, il Kosovo”.
Quanto alla paura dei testimoni, Marty sostiene che è giustificata quando si tiene conto della “scandalosa” situazione messa in luce dal rapporto redatto da Jean-Charles Gardetto sulla protezione dei testimoni dei crimini di guerra nei paesi dell’ex Iugoslavia che l’Assemblea voterà domani.