E non vogliono tornare alle urne

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Parte con un 43% di consensi il governo formato da Enrico Letta su incarico di Giorgio Napolitano. A riferirlo è una ricerca condotta per il Tg3 da IPR Marketing, che nelle ultime settimane si sta molto occupando della percezione dell’attuale situazione politica da parte degli italiani. Sebbene con percentuali diverse nell’elettorato dei singoli partiti, il 58% degli intervistati vuole un governo di grande coalizione e preferisce una soluzione immediata che provi ad affrontare le emergenze, piuttosto che tornare a nuove elezioni. I cittadini, come già aveva mostrato un precedente sondaggio sempre di IPR, attendono di essere governati e desiderano risposte alle loro domande. Addirittura il 67% non ha intenzione di tornare alle urne, e solo il 28% andrebbe volentieri a votare (il 5% non ha un’opinione in merito).

Troppi i nodi che aspettano di essere risolti, i fondi da sbloccare per le aziende, le prime operazioni per creare nuovi posti di lavoro, soprattutto per i giovani, il cui tasso di disoccupazione è altissimo, al Sud come al Nord. A febbraio in Italia i disoccupati erano pari a 2 milioni 271 mila unità, 28 mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dunque la cifra è in costante incremento. La disoccupazione giovanile è una delle più alte in tutta Europa ed è pari al 37%, in pratica veniamo subito dopo Grecia, Spagna e Portogallo, tre nazioni che hanno subito un tracollo finanziario fortissimo. La crisi si avverte specialmente dove le occasioni lavorative prima c’erano, e nella parte più ricca del paese molte sono le aziende che hanno chiuso, lasciando a casa lavoratori nella fascia d’età compresa tra i 24 e i 32. Del resto è questo l’intervallo più colpito anche quando l’azienda non chiude. I datori di lavoro chiamati a ridurre il personale, come logica richiede, partono infatti dagli ultimi arrivati, da quelli che non devono mantenere dei figli e una famiglia, o non hanno un mutuo sulle spalle.

Il lavoro è davvero un’emergenza in questo momento nel nostro paese, per i giovani e non solo. Molti si attendono che le manovre del governo inizino proprio da questo problema piuttosto che dalla cancellazione dell’IMU. In campagna elettorale aveva fatto discutere, riscuotendo un discreto successo, la proposta di Silvio Berlusconi di cancellare la tassa sulla prima casa. Davvero sarebbe possibile restituire i soldi agli italiani con i soldi provenienti dal gioco d’azzardo? L’aspetto più importante, forse, non è tanto restituire una cifra già spesa ad una famiglia, quanto metterla in condizione di poter affrontare la vita quotidiana. Gli italiani, come tutti nel mondo, sarebbero ben contenti di pagare le tasse ad uno stato che tutela i suoi diritti, ma è necessario avere un lavoro per farlo.