E’ una Festa Nazionale particolare, quella di oggi, in quanto segna il 725 anni dalla nascita del primo nucleo della Confederazione Elvetica; un anniversario importante dunque, che sarà ricordato dalle autorità nazionali e cantonali nel corso degli eventi ufficiali che segneranno la giornata di celebrazioni.

Svizzera

La Confederazione rappresenta un caso unico nel suo genere, in quanto, come affermato da Remigio Ratti, già professore di economia presso l’Università della Svizzera italiana ed esperto di economia regionale e dei trasporto, si tratta di una nazione nata da una “unione delle volontà”, piuttosto che da una comunanza di lingua o di cultura. I Cantoni svizzeri hanno dunque deliberatamente deciso di unirsi, nel corso dei secoli, in modo da risultare più forti, contro i nemici esterni.

Certo, nella storia non sono mancati talvolta i contrasti tra le diverse realtà svizzere, ad esempio tra le città e le campagne, oppure tra i cantoni cattolici/conservatori e quelli protestanti/liberali (quest’ultima forma di ostilità è infatti sfociata nella guerra del Sonderbund nel 1847); tuttavia, sembra che da allora gli strumenti della democrazia diretta e la volontà di conciliazione dei diversi interessi siano riusciti ad appianare la maggior parte dei conflitti.

Attualmente, il modello Svizzero è quello di un paese di successo, preso ad esempio a livello internazionale; la Svizzera, infatti, si trova nei primi posti non solo delle classifiche che misurano la competitività e la facilità del fare impresa, ma anche in quelle che hanno come criterio di valutazione la felicità e il benessere della popolazione.

Sarà interessante osservare, dunque, negli anni a venire, come il modello Svizzero, che finora ha dato buona prova, riuscirà a evolvere per fare fronte alle sfide esterne (la sicurezza nell’era del terrorismo, la crisi migratoria, i rapporti con l’Unione Europea) e interne (ad esempio il progressivo invecchiamento della popolazione, oppure le difficoltà di (re-)inserimento nel mercato del lavoro delle donne e dei lavoratori non più giovani).

Costanza Naguib