Charles Manson è morto oggi, all’età di 83 anni nel carcere dove scontava il suo ergastolo. Era un uomo carismatico quando, appena 32enne, aveva attirato a sé grazie alla sua musica e alle sue conoscenze in campo esoterico, alcuni giovani ragazze e ragazzi e assieme a loro aveva formato quella che si può definire una setta, chiamata la “Famiglia”. Il loro operato divenne tristemente noto quando nell’agosto del 1969 Manson e i suoi seguaci compirono una delle stragi più sanguinose e memorabili del ventesimo secolo.

In particolare è stata Los Angeles teatro della crudeltà e della furia di Manson e ciò che ha fatto più scalpore è stato anche lo status delle vittime del gruppo criminale che ha agito in una villa di Beverly Hills.

Quella notte Manson ordinò a quattro membri del suo gruppo – Charles “Tex” Watson, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian – di entrare nella casa del produttore discografico Terry Melcher (che aveva rifiutato di aiutare Charles a ottenere un contratto) e massacrare “il più crudelmente possibile” tutti gli ospiti della casa.

La villa di Melcher tuttavia era stata affittata in quel periodo al famoso regista Roman Polanski e la sua giovane moglie, Sharon Tate. Quest’ultima, la sera del 9 agosto, stava trascorrendo il suo tempo con alcuni amici tra cui il parrucchiere Jay Sebring, Abigail Folger e Voityck Frykowski mentre Polanski era a Londra per lavoro. Armati di revolver, coltelli e una corda di nylon lunga 13 metri i killer massacrarono senza pietà gli ospiti di Sharon lasciando lei per ultima. Al momento del brutale omicidio, la donna era incinta di 8 mesi.

Gli assassini lasciarono diverse scritte sui muri della villa tra cui “pig”, insulto riferito ai poliziotti e “Helter skelter” che significa “confusione” e probabilmente era un messaggio da parte di Manson per segnalare “l’arrivo del caos”.

Charles Manson fu condannato a morte nel 1970 assieme agli esecutori della strage ma la loro pena fu commutata in ergastolo nel 1972 quando la California abolì la pena capitale.