Un collettivo di oltre 100 donne celebri, tra cui Catherine Deneuve, Ingrid Caven e Catherine Millet, si sono lanciate in una veemente condanna del movimento #MeToo che denuncerebbe le molestie sessuali all’interno del mondo dello spettacolo, sotto la maschera d’un femminismo “sfrenato e puritano”.

“Lo stupro è un crimine. Ma la corte insistente e l’essere maldestri non sono un delitto, né la galanteria rappresentano un’aggressione maschilista.” Inizia così, su Le Monde, la lettera di puntualizzazione firmata Deneuve (e altre).

Una protesta sulle presunte derive antimaschiliste in cui consisterebbero i movimenti #Meetoo e altri, iniziati con la protesta contro il produttore Weinstein, accusato all’unanimità di violenze sessuali. L’isterismo collettivo del mondo dello spettacolo che si veste in nero, in spregio alle presunte molestie subite, sarebbe stato condannato dalla Deneuve come un odio degenere contro il genere maschile, sfociato in un puritanesimo che impedirebbe la libertà sessuale, ottenuta anch’essa dopo molte battaglie.

“Una presa di coscienza – continua la lettera – sul fatto che certi uomini talvolta abusino del loro potere esercitandolo previa violenze sessuali imposte alle donne, è certamente necessaria. Ma l’odio che certe donne, al di là della denuncia dell’abuso di potere, esprimono contro il genere maschile, e contro la sessualità, questo è inaccettabile.”

Giusto il tempo di leggere il testo, pubblicato martedì 9 gennaio su Le Monde, e l’allarme in tutto il mondo femminista, frutto di un isterismo collettivo, si sprigiona contro la Deneuve e le altre autrici della lettera.

In primis la femminista Caroline De Haas che chiama a raccolta trenta militanti femministe per scrivere una lettera a sua volta di contestazione di quella della Deneuve, nella quale l’attrice verrebbe accusata di banalizzare le violenze sessuali per avere mediaticità e risonanza d’immagine. Asia Argento ha definito la lettera di Catherine Deneuve “deplorevole”. Imperscrutabile, tuttavia, che l’attrice e la sua schiera di donne alleate, sia stata l’unica ad avere il coraggio di divergere dall’opinione comune, portando il dibattito fuori dall’asfissiante parere monocromatico, imposto dalla generalità.