L’iniziativa «Per la protezione dalla violenza perpetrata con le armi» vuole modificare l’attuale sistema di autorizzazioni e di controllo delle armi. Lunedì la consigliera federale del PS Simonetta Sommaruga, la consigliera di Stato basilese Sabine Pegoraro, il comandante di polizia di Neuchâtel André Duvillard e il divisionario Jean Jacques Chevalley, consulente del capo del DDPS per la politica militare, hanno spiegato agli elettori perché il Consiglio federale raccomanda di respingere l’iniziativa del 13 febbraio 2011.

La popolazione svizzera va protetta dall’uso abusivo delle armi. Questo è quanto prevede il mandato costituzionale. La legge sulle armi ne limita quindi l’accesso definendo le condizioni per l’acquisto, il porto e il maneggio di armi. I Cantoni sono tenuti per legge a registrare i possessori di armi da fuoco e le armi stesse in una banca dati. Chi è tenuto a prestare il servizio militare può inoltre depositare volontariamente l’arma dell’esercito presso un arsenale.

L’iniziativa vuole riformulare le disposizioni contro l’uso abusivo delle armi da fuoco e introdurre una prova della necessità e delle capacità. Un nuovo registro delle armi centralizzato dovrebbe sostituire l’attuale registro cantonale; chi è tenuto a prestare il servizio militare non dovrebbe più custodire le armi dell’esercito in casa.

Il Consiglio federale e il Parlamento sono contrari all’iniziativa. Ritengono che l’attuale contesto normativo protegga già adeguatamente la popolazione dall’uso abusivo di armi. A tal fine negli ultimi anni la legislazione sulle armi è stata continuamente adeguata e in futuro sarà ulteriormente inasprita.

Il Consiglio federale apprezza l’obiettivo dell’iniziativa di voler proteggere maggiormente la popolazione dall’uso abusivo di armi, ha affermato lunedì a Berna la consigliera federale Sommaruga, capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP). Ma anche l’approvazione dell’iniziativa non garantisce che il numero degli abusi diminuisca ulteriormente. Al contrario l’iniziativa solleva aspettative che probabilmente non potranno essere soddisfatte. Non è ad esempio chiaro come la prova della necessità e delle capacità possa migliorare l’attuale sistema. Infine anche una prova di questo tipo non garantisce che chi l’ha fornita non usi successivamente in maniera abusiva la sua arma da fuoco.

Alla conferenza stampa la consigliera di Stato Sabine Pegoraro (BL) e il comandante di polizia André Duvillard (NE) hanno esposto il parere dei Cantoni sull’iniziativa. Hanno in particolare presentato le misure che i Cantoni adottano per il sequestro di armi e la raccolta di armi superflue e fuori servizio. Pegoraro ha inoltre illustrato che attualmente i Cantoni stanno allestendo una piattaforma elettronica che in avvenire consentirà un ampio scambio di dati sulle armi da fuoco tra i Cantoni. Secondo la consigliera di Stato tale piattaforma rende superfluo il registro delle armi centralizzato gestito dalla Confederazione chiesto dall’iniziativa.

Misure di diritto militare
Il divisionario Jean-Jacques Chevalley del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) ha illustrato le misure di protezione dalla violenza perpetrata con le armi contenute nel diritto militare:

ricevono un’arma solo i militari per i quali è stato accertato che non sono potenzialmente violenti. Dall’inizio di quest’anno, se lo desiderano, i militari possono deporre la loro arma nell’arsenale (centro logistico dell’esercito), gratuitamente e senza indicare motivi. In casa, la culatta deve essere custodita separatamente dal fucile d’assalto. Dal 2007 la munizione da tasca non viene più consegnata ai militari. Quelle consegnate in precedenza sono state ritirate. Quando lasciano l’esercito, le persone che intendono acquistare l’arma personale devono presentare un permesso di porto d’armi;
se vi sono indizi che un militare potrebbe usare in modo abusivo l’arma personale, terzi e le autorità federali, cantonali e comunali, nonché i medici e gli psicologi presso cui è in cura o che redigono perizie possono comunicarlo all’autorità competente. Anche gli appartenenti ai quadri dell’esercito devono comunicare ai propri superiori la presenza di militari potenzialmente violenti o con tendenze al suicidio. I comandanti di circondario possono togliere preventivamente l’arma ai militari, se vi sono indizi di un imminente uso abusivo dell’arma personale;

anche la consegna di un’arma ai giovani tiratori è gestita in modo restrittivo. I giovani tiratori possono portare a casa il fucile d’assalto soltanto senza la culatta. La pistola non può essere portata a casa.