Secondo quando riportato dal sito www.nature.com, da diversi mesi la compagnia petrolifera BP rifiuta di mettere a disposizione i campioni di petrolio necessari per condurre le ricerche sugli effetti del disastro ambientale nel Golfo del Messico. Nelle acque di fronte alla costa sud degli Stati Uniti si erano riversati centinaia di milioni di litri di petrolio, fuoriusciti da un pozzo a 1500 metri di profondità, che il 21 aprile scorso era stato danneggiato dall’esplosione della piattaforma petrolifera della BP Deepwater Horizon.

Seppur contraria, la BP aveva accettato di raccogliere campioni di greggio per farli analizzare da ricercatori indipendenti, ma non lo ha mai fatto. Da settembre avanza spiegazioni stando alle quali sta ancora mettendo a punto un protocollo ad hoc per la distribuzione del materiale.
La portavoce della compagnia, Hejdi Feick, ha spiegato questa reticenza dicendo che non esiste nessuna ordinanza federale che obbliga esplicitamente la messa a disposizione di campioni nel caso di un procedimento legale. Inoltre, la BP ha la necessità di tenere per sé i campioni raccolti (circa 2000 litri), nel caso dovesse realizzare analisi da portare in tribunale.

“La mancanza di materiale di studio potrebbe impedire di portare a termine ricerche importanti – ha spiegato Andrew Whitehead, ricercatore presso l’Università della Louisiana – ma non possiamo insistere affinché la BP ci consegni i campioni di petrolio. Temiamo infatti che quest’azione possa avere qualche limite legale e che, di conseguenza, i risultati delle nostre analisi possano essere ritenuti prove non valide in sede di processo.”
Ira Leifer, dell’Università della California e membro della Task force governativa che ha stimato il tasso di fuoriuscita del petrolio nelle acque del Golfo del Messico, ha cominciato a chiedere alla BP campioni di greggio nei giorni immediatamente successivi all’inizio della fuoriuscita, ma senza successo.
Leifer ha spiegato che per ottenere i campioni dalla compagnia petrolifera avrebbe dovuto firmare un consenso a non diffondere i dati e questo avrebbe impedito il corretto utilizzo dei risultati degli studi.