E parteciperà all’organizzazione di una manifestazione che chiede un riorientamento della politica energetica

Associandosi alla presa di posizione espressa oggi dal Gruppo parlamentare alle Camere federali del PSS, il Partito Socialista in Ticino chiede un abbandono progressivo dell’energia nucleare e un passaggio a fonti di approvvigionamento rinnovabili e meno pericolose. Con queste visioni il PS parteciperà all’organizzazione di una manifestazione comune, che si svolgerà nel nostro Cantone, per chiedere appunto l’uscita dal nucleare e un riorientamento della politica energetica.

La presa di posizione del PS – che segue una serie di atti pubblici in questa direzione tra i quali figura anche la richiesta al Governo ticinese di attivarsi per scongiurare l’ipotesi di costruzione di una centrale atomica nell’Alto Lario, a due passi dai nostri confini – si associa, come detto, a quella resa pubblica in serata a Berna dal Gruppo parlamentare del PSS, che sta seguendo con grande preoccupazione lo svilupparsi della situazione in Giappone. Considerato come le minacce che pesano sulla popolazione locale in ragione della crisi legata alle centrali nucleare sia di fatto connaturata a questa stessa tecnologia, il PS valuta come un primo passo nella giusta direzione la decisione di Doris Leuthard di sospendere le procedure relative alle domande di autorizzazione per la costruzione di nuove centrali atomiche nel nostro Paese. Un primo passo che deve però esser seguito da altri ben più risoluti e definitivi: l’abbandono del nucleare e il passaggio a nuove fonti di approvvigionamento, rinnovabili e sicure, grazie a migliori condizioni quadro. In particolare il gruppo socialista alle Camere federali chiede una legge che regoli l’abbandono dell’energia nucleare, per permettere di definire precisamente lo smantellamento delle cinque centrali nucleari svizzere e il divieto di costruzione di qualsiasi nuova installazione.