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Intervenendo qualche giorno fa su questo giornale, la signora Rezia Boggia, ha opportunamente citato uno scambio di corrispondenza del signor Giuliano Bignasca a proposito della questione “carbone” su cui si voterà il prossimo 5 giugno. Risulta quindi chiaro che al leader della Lega non importa nulla delle questioni ambientali legate alla produzione di energia fossile, sulle quali insistono invece i suoi occasionali alleati rosso-verdi.

Nelle discussioni di questi giorni appare peraltro sempre più evidente che la questione del carbone viene utilizzata essenzialmente per indebolire l’AET (azienda elettrica cantonale) e avviarla sulla strada della privatizzazione. Sarebbe dunque ora che i cittadini si rendano conto che accogliendo l’iniziativa rosso-verde, sulla quale la Lega ha poi messo anche il suo cappello, si costringerebbe l’AET a rinunciare alle sue partecipazioni nella centrale di Lünen entro pochissimi anni, dunque a vendere a prezzi stracciati la sua partecipazione al primo offerente, con perdite milionarie per il Cantone. Ciò compromettere inoltre la sua possibilità di garantire l’approvvigionamento energetico del Cantone Ticino a prezzi competitivi.
Accettando l’iniziativa verde-leghista si costringerebbe insomma l’AET ad acquistare energia sul mercato internazionale, senza alcuna garanzia circa la provenienza, che potrebbe benissimo anche essere da fonti carbonifere o nucleari. E questo, per giunta, a prezzi superiori, rispetto a quelli con cui ci si potrebbe approvvigionare a Lünen!

L’accresciuta dipendenza dall’estero creerebbe poi una dipendenza dell’AET anche dai distributori di energia, riducendo così gli utili che l’Azienda versa alle casse cantonali (270 milioni di franchi solo dal 2000 al 2009). Ma un’AET forte ed indipendente metterebbe in forse l’espansione dell’AIL (di cui il signor Bignasca è membro e… beneficiario di inserzioni pubblicitarie!), come pure della Società Elettrica Sopracenerina, in quanto rafforzerebbe i poli “alternativi” del Mendrisiotto, del Bellinzonese, di Massagno e di Ascona.

Un’AET forte ridurrebbe inoltre la possibilità per l’ALPIQ di ottenere il rinnovo delle concessioni di Lucendro, OFIMA, OFIBLE che scadranno fra una ventina d’anni. Un’AET forte confermerebbe infine l’importanza dello Stato nella gestione delle acque, e potrebbe investire – in Ticino – nelle energie rinnovabili come prevede il controprogetto.
Un’AET forte, infine, manterrebbe delle tariffe di rete uguali su tutto il territorio. Ecco perché motivi, il 5 giugno occorre votare a favore del Controprogetto: unica possibilità di mantenere l’AET in mano ai Ticinesi!

Franco Celio, deputato al Gran Consiglio, Ambrì