“Se al raddoppio di aprile, con l’elezione di Norman Gobbi in Governo, e quello al Nazionale, con la coppia Quadri-Pantani, la Lega avesse centrato ieri anche l’obiettivo degli Stati, Bignasca avrebbe fatto il pienone. Come ai tempi gloriosi dell’alba leghista.”

Inizia così l’editoriale di Matteo Caratti sull’edizione odierna de La Regione.
Un editoriale che non rende alcun onore ai vinti, come è d’uso fra uomini d’onore e come dovrebbe essere (sarebbe bello) anche fra i commentatori di cronaca. Nessun riconoscimento al merito : i vinti, in questo caso Sergio Morisoli, vengono dileggiati con un’aria di superiorità, quasi con un odio che mal si capisce.

Matteo Caratti scrive che “Sergio Morisoli si è rivelato per la seconda volta essere un petardo bagnato. Bagnato, quando indossava ancora la casacca Plr ad aprile, e bagnato quando ha vestito la nuova maglia leghistaUdc.”

A prescindere dal fatto che Morisoli è arrivato quarto sia il 23 ottobre sia al ballottaggio di ieri, ritengo che definirlo un petardo bagnato sia assai riduttivo, se non addirittura poco rispettoso.
Mi viene in mente l’appellativo “straccetto bagnato” con cui anni fa un deputato al Parlamento di Bruxelles aveva definito il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy.
E molti in sala avevano applaudito. A dimostrare che la critica ironica diverte e raccoglie consensi.
Comunque. Tornando all’editoriale de La Regione, non va dimenticato che Sergio Morisoli – un candidato che reputo coraggioso e determinato a portare avanti una sua coerenza di pensiero – ha raccolto un totale di 65’865 voti: 34’235 voti il 23 ottobre e 31’630 voti ieri. Non sono pochi.
E’ un dato di fatto che Morisoli ha il consenso di buona parte della popolazione del cantone e almeno per questo andrebbe rispettato, anche nella sua sconfitta elettorale.
Ha fatto una buona elezione, non ha conquistato il seggio agli Stati ma ha fatto un percorso elettorale degno di nota e – ripeto – degno di rispetto.

Invece Caratti – che sembra non amare la Lega dei ticinesi e nemmeno tanto l’UDC – il merito agli avversari non lo attribuisce e anzi, ci va giù bello duro e tira in ballo anche la famiglia Masoni: “La spallata di via Monte Boglia è così andata a vuoto: l’adozione all’ultimo momento di un vicesindaco capace, conosciuto, profilato del Sopraceneri non ha dato il frutto sperato. Segno che Morisoli passa poco.
La ragione? Probabilmente questo fine settimana abbiamo assistito all’ultimo atto della saga dei Masoni da Villalta dell’Argine, dei quali Sergio da Monte Carasso, nei panni di un moderno Voltamarsina, è l’ultimo esponente di punta. E i Voltamarsina (che non restituiscono il seggio in Gran Consiglio all’ex scuderia), si sa, non sono mai molto graditi.
Bignasca lo subodorava, ma anche con le paginate e paginate a suo favore e con i giuramenti del Grütli ridotti a pagliacciata pubblicitaria, non è riuscito a vincere la partita.”

Peccato. Ritengo sarebbe stata un’occasione perfetta per mostrare correttezza verso un avversario, per mostrare personalità e generosità d’animo.

B. Ravelli