Lunedì 23 gennaio verso le 4 del mattino è esplosa una gigantesca macchia solare. Il NASA Solar Dynamics Observatory ha catturato il lampo ultravioletto estremo del riflesso. Da quanto comunicano gli scienziati dovrebbe trattarsi della più grande esplosione solare degli ultimi sei anni.

Il NOAA, il Centro statunitense che studia gli oceani e l’atmosfera, ha rilevato l’esplosione al centro del Sole, con il conseguente flusso di plasma che sta muovendosi verso la Terra.
Dovrebbe colpire il campo magnetico terrestre tra martedì 24 e mercoledì 25 gennaio, in particolare nell’emisfero nord del pianeta.

“Di per sè, l’eruzione non aveva nulla di spettacolare – ha spiegato Doug Biesecker, fisico presso il NOAA – ma ha proiettato nello spazio una massa coronale alla velocità fenomenale di 6.4 milioni di km/h.”
Una massa coronale è appunto una nube di plasma con un intenso campo magnetico.
Secondo la classificazione del NOAA, questa tempesta geomagnetica è un evento di categoria 3 su una scala di 5 gradi. E’ dunque considerata “forte” ma non “devastante”.

Un evento di categoria 3 può comunque causare perturbazioni nei sistemi informatici che si trovano a bordo dei satelliti e nelle comunicazioni radio ai poli terrestri. La navigazione aerea, le piattaforme petrolifere nel mare e gli esploratori che si trovano in queste regioni potrebbero esserne molto disturbati.
“L’esplosione solare non dovrebbe comunque avere alcun impatto maggiore – ha rassicurato Biesecker. Fra le conseguenze di questo fenomeno naturale potrebbero esservi aurore boreali in Europa e in Asia.