“Gli Stati Uniti condannano nei termini più assoluti questo attacco – ha detto il presidente Barack Obama in una conferenza stampa convocata d’urgenza alla Casa Bianca, riferendosi all’attacco alla sede diplomatica americana di Bengasi, in Libia. Negli scontri sono morti l’ambasciatore Christopher Stevens, un altro funzionario e due marines.

“L’attacco non interromperà i legami tra Stati Uniti e Libia – ha aggiunto Obama. Malgrado le rassicurazioni sul proseguimento dei rapporti diplomatici, mercoledì due navi da guerra della Marina americana hanno fatto rotta verso le coste libiche, come confermato da un alto graduato dell’esercito : “Una misura preventiva – ha precisato – Non pensiamo ad alcuna operazione militare imminente. In simili situazioni l’esercito americano prende misure cautelative di questo genere. E’ una logica misura di prudenza.”

Nella giornata di mercoledì, le autorità di Washington avevano annunciato il dispiegamento in Libia di unità di marines specializzati nella lotta anti-terrorismo. Barack Obama ha ordinato la riorganizzazione immediata attorno a tutte le sedi diplomatiche statunitensi in Libia.
Inizialmente messo sul conto della reazione di un gruppo di libici arrabbiati per “Innocence of Muslims”, un film giudicato “anti-islamico” l’attacco di martedì notte all’ambasciata americana di Bengasi sarebbe stato, in realtà, un’azione pianificata.
Una fonte americana coperta dall’anonimato ha spiegato che questa è l’ipotesi attualmente in esame. Secondo questa fonte, gli estremisti islamici si sono serviti dei manifestanti che effettivamente stavano protestando davanti alla sede diplomatica come di un pretesto per sferrare un attacco con armi e lancia missili. L’edificio diplomatico è stato dato alle fiamme.

“Vi sono dettagli che vanno ulteriormente esaminati, ma a Bengasi vi è la firma di al Qaeda – ha commentato Mike Rogers, presidente repubblicano della Commissione informativa del Congresso.
Le autorità libiche hanno espresso scuse e rammarico agli Stati Uniti e accusato i partigiani di Muammar Gheddafi, il colonnello che per decenni aveva guidato la Libia e che era stato ucciso lo scorso ottobre, dopo una guerra civile che per mesi aveva incendiato il paese.
Accuse sono state lanciate anche ad al Qaeda, che in questo modo avrebbe voluto marcare l’anniversario degli attacchi del 11 settembre 2001 e vendicare la morte di un alto dirigente del movimento integralista.