Tonfo della Borsa di Milano, con l’indice Ftse Mib in flessione di oltre -4%. Spread alle stelle, alta volatilità. Balzo dell’oro, petrolio ai minimi in sette settimane. Sospesi dalle contrattazioni Intesa SanPaolo, Mediolanum e Banco Popolare.

“C’è un terzo dell’Italia che vuole distruggere tutto. Siamo in una fase distruttiva. Potremo dirci contenti se la giornata si chiuderà in borsa con una perdita del 4% – ha commentato stamane all’agenzia Reuters un trader di Borsa.
Il costo per assicurarsi contro un default del debito italiano sale di 40 punti base a 285, per il maggiore rintracciamento subito da dicembre 2011.
Lo spread tra Btp e Bund decennali aumenta di oltre il 18% superando quota 330 punti base, ma ha superato prima dell’inizio della sessione anche la soglia dei 340 punti.

Sell off sulla borsa di Tokyo e sui mercati asiatici, con il Nikkei che cede oltre -2%, euro in calo sotto quota $1,31, balzo oro, petrolio ai minimi in sette settimane.

“Questo è l’effetto delle elezioni in Italia. Un’onda distruttiva che si abbatte sui mercati globali, con il timore che l’Italia potrà abbandonare le riforme di austerità, provocando una nuova ondata di volatilità in Europa – ha commentato in una intervista a Bloomberg l’economista Matthews Sherwood – La governabilità e l’attuazione delle necessarie riforme economiche sono quasi impossibili”.

Sembra di essere tornati al novembre del 2011, quando l’Italia era a un passo dal default. La situazione migliorò gradualmente, ma tutti sapevano che prima o poi le elezioni politiche sarebbero arrivate, e con esse il rischio di gravi incertezze.
Così è stato: il voto ha decretato una situazione di ingovernabilità e le strade sono ora due: o l’ipotesi di una Grande coalizione o quello del ritorno al voto, scenario quest’ultimo desiderato dal vero vincitore di queste elezioni, Beppe Grillo.

E’ di fatto testa a testa tra Pd e Pdl, mentre si parla di una chiara disfatta del centro e della Scelta Civica di Mario Monti.
Lunedì l’economista e Premio Nobel Paul Krugman diceva che le elezioni politiche in Italia sono state il vero primo referendum sull’austerity e gli italiani hanno detto no.
Con la rimonta della destra, i mercati temono che l’asse Pdl-Lega sarà contrario ad andare avanti nella strada delle riforme iniziate dal governo Monti. Il mercato aveva scommesso su un altro tipo di coalizione: quella tra Bersani e Monti.

Intanto, come in una situazione di guerra, la Consob valuta provvedimenti estremi per porre un freno alla volatilità e considera anche la chiusura della Borsa.

(Fonte : Wall Street Italia.com)