Edward Snowden dovrebbe seguire l’esempio di George Blake : rifugiato a Mosca nel 1966, dopo la caduta dell’Unione Sovietica l’ex agente segreto britannico non era stato consegnato alla Gran Bretagna, malgrado l’insistenza del governo inglese.

Rifiutando di estradare verso gli Stati Uniti l’ex agente della CIA Edward Snowden, il presidente russo Vladimir Putin lo ha incoraggiato a cercare asilo altrove.

La Russia rimane comunque la migliore opzione per Snowden. La qualità di vita è accettabile e il senso dell’onore nazionale va oltre ogni considerazione, come è stato nel caso di George Blake, ex agente dei servizi segreti britannici.
Per gli inglesi, Blake è l’apice del tradimento. Negli anni 1955-1956, quando era un agente del MI5, aveva consegnato ai sovietici i nomi di circa 400 agenti britannici nei paesi dell’est europeo. Arrestato nel 1959, era stato condannato a 40 anni di carcere nel penitenziario londinese di Wormwood Scrubs.
Nel 1966 era evaso con l’aiuto di un delinquente nord irlandese, Sean Bourke e di due pacifisti britannici, Michael Randle e Pat Pottle.
Nell’ottobre 1991, qualche settimana dopo il colpo di Stato mancato da parte degli ultimi fedeli comunisti e la presa del potere di Boris Eltsin, il governo di Londra aveva chiesto a Mosca la consegna di Blake.
La domanda era stata respinta. L’11 novembre 2012, in occasione del suo 90esimo compleanno, Blake è stato decorato da Putin in persona, per il suo coraggio.

Un altro esempio dell’affidabilità dell’asilo russo è dato dall’americano Edward Lee Howard, il primo agente della CIA ad aver disertato.
Nel settembre 1985 Howard era fuggito in Russia e nemmeno lui era stato consegnato agli americani, anche se aveva reso al KGB (con il quale collaborava) un numero inferiore di servizi rispetto a quelli resi da Blake.
Howard è morto nel 2002 nella sua casa di Mosca, pare a causa di una brutta caduta.

(Bilan.ch)