Mentre in Siria proseguono i sanguinosi combattimenti tra ribelli e truppe governative, le speranze della primavera araba scompaiono. Le timide proteste della comunità internazionale non riescono a mascherare la dura realtà : pochi sono coloro che vogliono che Bashar al Assad lasci il potere e che lo spirito della primavera araba abbia il sopravvento.

Chiedendo al presidente siriano di mettere le sue armi chimiche sotto controllo internazionale e addirittura di distruggerle, la Russia di Vladimir Putin ha contribuito lunedì a far indietreggiare la minaccia di un intervento militare americano sulla Siria, aprendo forse la porta a una soluzione politica. Lunedì sera il presidente americano Obama ha detto di considerare seriamente la proposta russa al governo siriano.
Obama vi vede uno sviluppo “potenzialmente positivo” della crisi. Il Senato americano ha deciso di rinviare il suo voto sull’intervento armato, previsto mercoledì.

La Siria ha accolto favorevolmente la proposta di Putin, senza dare ulteriori precisazioni. Il presidente americano ha voluto mantenere la pressione su al Assad, mettendolo in guardia contro ogni tentativo di diversione.

Di principio, il Congresso americano avrebbe dato questa settimana il suo assenso all’intervento militare in Siria. Barack Obama doveva convincere in un tempo record i legislatori ancora indecisi.
Stando a un’indagine condotta da USA Today, lunedì 9 settembre solo 44 eletti su 533 avrebbero votato a favore dell’intervento (22 al Senato e 22 alla Camera dei Rappresentanti), mentre 149 avrebbero sicuramente votato contro (19 al Senato e 130 alla Camera).
Gli altri non avevano ancora fatto una scelta, mentre si moltiplicavano le interviste e i dibattiti televisivi.