Martedì 1. aprile i ministri degli Affari esteri degli Stati che fanno parte della NATO hanno implicitamente chiesto alla Russia di ritirarsi dalla Crimea, confermando la sospensione di qualsiasi cooperazione civile e militare fra la NATO e Mosca e dando ordine di studiare un rafforzamento della presenza militare nell’Europa dell’est.

E’ stata anche riaffermata la determinazione dell’Alleanza ad assicurare la dissuasione e la difesa collettiva di fronte a qualsiasi minaccia di aggressione, senza però andare sino allo stazionamento permanente di truppe nei paesi dell’est europeo, come suggerito dal capo della diplomazia della Polonia Radoslaw Sikorski.

Il segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen, ha confermato che fra le misure allo studio per testimoniare la solidarietà all’Ucraina e rinforzare la capacità di anticipare qualsiasi sfida con la Russia, vi potrebbero essere l’organizzazione di esercizi militari nei paesi dell’Europa dell’est, la revisione dei piani di difesa, il dispiegamento di truppe nell’Europa orientale.

Gli Stati Uniti hanno portato da 4 a 10 il numero di aerei da caccia F-15 dispiegati in Lituania per assicurare “la polizia aerea” al di sopra del territorio dei paesi baltici, sprovvisto di aerei da combattimento.

La NATO ha anche adottato una serie di misure atte ad approfondire la cooperazione con altri partner della NATO nell’Europa orientale, in consultazione congiunta e nell’ambito dei programmi bilaterali esistenti.
Si tratta in particolare della Georgia e della Moldavia, due paesi confrontati a “conflitti congelati” ereditati dalla dissoluzione dell’Unione sovietica.

“Per testimoniare il nostro attaccamento all’Ucraina – si legge in una dichiarazione dei ministri – intensificheremo la nostra cooperazione nell’ambito del Partenariato specifico. Oggi la NATO e l’Ucraina hanno deciso di attuare misure immediate e a più lungo termine destinate a rinforzare l’attitudine dell’Ucraina ad assicurare la propria sicurezza.”

I ministri dei paesi membri della NATO hanno confermato la sospensione di qualsiasi cooperazione civile e militare fra l’Alleanza e il governo di Mosca, aggiungendo che “Il dialogo politico in seno al Consiglio NATO-Russia può proseguire, secondo le necessità, a livello degli ambasciatori e oltre, per permetterci scambi di pareri, innanzitutto su questa crisi.”

E’ stato anche annunciato un riesame delle relazioni fra la NATO e la Russia in occasione della prossima riunione, a fine giugno a Bruxelles, l’ultima prima del summit dei capi di Stato e di governo del 4 e 5 settembre a Newport, in Gran Bretagna.