* Titolo originale del pezzo; “Se Barra è morto altri sono vivi” (titolo mio).

Tratto da OPINIONE LIBERALE con il consenso della testata.

(fdm) Molte volte la comunicazione del PLR è stata criticata (per non far nomi, anche da me) come troppo remissiva e priva di mordente. In questi ultimi tempi appaiono alcuni indizi di cambiamento di tattica.


Da alcuni mesi nel nostro cantone imperversa la tempesta Lumino’s. Ricatti, intrighi, registrazioni, minacce. I contorni non sono ancora chiari, gli interrogativi troppi: PERCHÈ ? Michele Barra, pace all’anima sua, se ne è andato. Suo malgrado è diventato il capro espiatorio della vicenda.

Su un impulso del neo nominato ministro Claudio Zali si fa pulizia: il funzionario coinvolto è licenziato e il Consiglio di Stato, in fretta (molta) e furia (anzi no, in silenzio), chiude l’inchiesta amministrativa appena avviata. Non è più necessario proseguire con le indagini. Ma il sospetto aleggia ancora. La sensazione che diverse persone abbiano tirato un sospiro di sollievo sapendo che si poteva rimettere il coperchio al vaso di Pandora (o meglio di Lumino) è forte.

Come tutto ciò che si manda sott’acqua però, piano piano qualcosa riaffiora. Si aggiungono nomi ed episodi ad una vicenda che puzza sempre più di intrigo ai più alti livelli della Lega. Ad Attilio Bignasca si consiglia una bella cura di fosforo per rafforzare la memoria. Dopo aver spergiurato di non conoscere Luigi Girardi, direttore del Lumino’s, ha poi dovuto ammettere che lo aveva incontrato più volte per poi finire con la classica figura marrone: non solo lo conosceva bene ma addirittura gli aveva assicurato il suo intervento per risolvere delle questioni legate a dei permessi e alla possibilità di ospitare degli asilanti.

La volpe grigia della Lega seguendo il motto «parlane il meno possibile» si è trasformato. Abbandonata la classica baldanza (e arroganza) da rinoceronte è passato allo stato di un pesce rosso muto, innocuo e silenzioso. Avremmo voluto vedere se ad essere coinvolte fossero state persone di altri partiti, oppure dipartimenti non in mano a consiglieri leghisti (Territorio e Istituzioni). Eh no, l’uomo che ha fatto di tutto per sputtanare la Sezione della logistica ora tace. Fa il pesce. Ma la puzza continua ad aumentare.

Per scoprire qualche difettuccio negli stabili del Cantone (tipo porte mal funzionanti e fughe delle piastrelle non eseguite a regola d’arte) si è scomodata una commissione parlamentare d’inchiesta. Nessuno vuole essere giustizialista ed emettere sentenze, ma con due consiglieri di Stato che possono essere stati coinvolti (Gobbi e Barra), il capogruppo di un influente partito (Bignasca), un funzionario rimosso, inchieste amministrative bloccate, il cittadino si domanda: e qui il Parlamento avrà il coraggio di completare quello che il governo ha lasciato incompiuto?

Tomahawk