da www.sergiosavoia.ch

(francesco de maria) Voi sapete che Sergio Savoia è uno dei miei blogger preferiti. Mi piace perché è aggressivo, perché è irriverente, perché è sarcastico. Pubblico oggi un suo articolo che disapprovo e che mi ha irritato. Demagogico e strafottente.

Ai miei confratelli, siano Lions o Rotary, dico: se è questo che la gente pensa di noi (speriamo di no) è tempo di preoccuparsi. Eccovi dunque l’impareggiabile Sergio in tutto il suo splendore.

PS. Dal suo bel blog apprendiamo anche che lui alle elezioni 2015 “ci sarà” (intende ovviamente una candidatura al Consiglio di Stato). “Come” non lo sa (o non lo dice). Ma forse non lo sa proprio.

lions_rotary xFinalmente un raggio di sole spazza le nubi, finalmente una buona notizia e vai a letto contento. Marina Masoni è diventata presidente del Rotary Club di Lugano! Subentra a Giorgio Grandini (apperò). Ed è la prima donna a guidare un rotary club. Chissene, direte voi. Apperò un’altra volta dico io, che sono un ragazzo sensibile.

La notizia viene data ieri con un certo risalto dal Corriere del Ticino. Nel paese l’emozione è vibrante. Diciamo che quasi quasi la cosa ha rischiato di oscurare la partita Svizzera-Argentina (Di Marìa che tu sia maledetto!). Ora alcuni di voi si diranno: Savoia sta per fare un pezzo di satira graffiante sui club per ricchi. Il solito populismo. Giusto, bravi.

Il Rotary Club è un “club di servizio”. Detto così sembra un po’ una cosa losca. Ti viene in mente un salone massaggi. In realtà si tratta di una organizzazione di signori messi bene a soldi che si trovano, mangiano, compiono buone azioni, si aiutano tra di loro, e vanno a casa contenti. Una cosina leggermente elitaria, di persone che si chinano sulla plebe (con un fazzolettino profumato premuto sul volto) e ci concedono efferati atti di filantropia, compiacendosene non poco.

Nella mia vita precedente ho perfino animato qualche serata del Rotary, quando facevo questo tipo di cose. Mi facevo pagare, tranquilli.

Intendiamoci: tra tutte le organizzazioni, il Rotary non è per niente la peggiore. Mi dà un po’ solo fastidio quell’aria che hanno di quelli che “pur essendo ricchi e di successo trovano il tempo per occuparsi dei meno fortunati”. Ecco, questo mi fa un po’ cagliare il latte.

Tornando a noi: la signora Masoni ha il diritto di diventare presidente del Rotary, della bocciofila di Viganello, del Club di Canasta per ricche signore sotto-impiegate e perfino dell’Ordine dei Calligrafi Mancini, per quel che me frega. Ha anche il diritto lei o la sua famiglia di fare causa allo stato per 5 milioni di franchi e tenere i soldi di famiglia nel Canton Svitto (un “cantone di servizio”, lo chiamerei). Mi sta pure simpatica ed è una donna di classe. Non voglio infierire.

Ma rimane sempre un po’ quella sensazione strana che provi di fronte a queste cose. Un’amica lo chiama “Il Club”. Quella cerchia esclusiva di persone, appartenenti ai più svariati partiti politici, che cade sempre in piedi, che viene sempre nominata a “incarichi prestigiosi”, o che ottiene “un riconoscimento nazionale”, che frequenta i cocktail, ha le conoscenze giuste, te la trovi infilata all’Ente di sviluppo o all’Ufficio della Cultura, nella CORSI o nella “organizzazione della presenza ticinese a EXPO2015”, in un qualche CdA di un grande distributore nazionale.

E poi si incontrano al festival di Locarno e si fanno fotografare sul Caffè mentre brindano, con le gote in fiamme, alla faccia nostra. Che anche dopo che hanno abbandonato la politica non te li togli mai dalle balle, stan sempre lì a fare e disfare. Che fanno finta di litigare ma si mettono d’accordo. Che si lisciano le mani nei corridoi dei dipartimenti come nelle sale di un vernissage. Ecco, quella gente lì.

Non fai parte del Club? Nemmeno io. E, come dice il saggio: No Club, No Party.