dal portale hescaton.com

Con un discorso di portata storica, inizia l’Era del presidente Donald Trump. Parliamo di Era data l’importanza storica di ogni presidenza americana, di fatto l’unica superpotenza imperiale rimasta. Da più parti, molti iniziano a predicare la fine della globalizzazione dopo la Brexit e dopo la vittoria di Trump e l’inizio di una nuova politica protezionista e nazionalista. Purtroppo, a costo di essere impopolari, dobbiamo subito mettere in chiaro che la globalizzazione non finisce affatto con Trump, questa è una reazione ad un’evoluzione storica che non può essere fermata perché nel suo trend positivo. Ogni evoluzione ha avuto le sue reazioni anacronistiche: Giuliano l’Apostata contro l’affermarsi del Cristianesimo nell’Impero Romano; la Restaurazione dopo la sconfitta di Napoleone; il luddismo contro l’innovazione tecnologica durante la Rivoluzione Industriale e via dicendo.

Fenrir 1Questa reazione, sicuramente necessaria dal punto di vista del ceto medio occidentale, che si trova invaso da etnie diverse e privato del proprio benessere economico, è anacronistica anche nel suo simbolo, cioè in Donald Trump: a partire dall’età, Trump è il presidente più vecchio eletto nella storia americana; è un miliardario capitalista nel momento in cui il capitalismo non nutre più la simpatia che aveva nel secolo scorso; è bianco e “razzista” in un paese dove demograficamente parlando i bianchi saranno presto una minoranza. Donald Trump è la reazione del passato americano che però badate bene non ha contro di sé solo metà della propria nazione e metà dell’opinione pubblica occidentale, ha contro di sé anche le élite dominanti e la totalità delle nazioni più povere che hanno beneficiato della globalizzazione. Idem per la Brexit. Capite che la sproporzione di forze è enorme e solo un miracolo potrà salvare questi tentativi reazionari dalla catastrofe (quasi certa per gli USA, forse meno probabile per il Regno Unito).

Ora sia ben chiaro, io sono lontanissimo dalla sinistra democratica mondiale, sto cercando di fare un discorso più oggettivo possibile. Questa reazione era necessaria? Probabilmente sì, le élite dominanti mondiali hanno esclusivamente pensato al proprio ordine del giorno dimenticandosi del ceto medio, quindi è giusto che questo ceto medio voglia combattere, solo che per ora combatte in una posizione sfavorevole che a nostro avviso non potrà essere vincente.

Vediamo di ragionare pensando anche al passato. Circa cento anni fa, il sistema monarchico veniva spazzato via anche dalla Russia. Anche all’epoca due movimenti si contrapponevano: quello populista socialista-rivoluzionario (usiamo il termine populista in maniera neutrale per indicare un movimento popolare “viscerale”) e quello elitario-nazionalista-borghese reazionario, da questi venne fuori come sintesi un movimento rivoluzionario-reazionario cioè il populismo nazi-fascista.

Ora abbiamo al contrario l’evoluzione rivoluzionaria gestita dalle élite (che portando avanti la globalizzazione degli uomini e delle merci hanno di fatto spinto e gestito una vera e propria rivoluzione) mentre il movimento populista è reazionario, praticamente il contrario di quello che avveniva il secolo scorso dove il popolo voleva la rivoluzione e i dominanti si opponevano, ora la classe dominante guida una rivoluzione e il popolo, quello occidentale, cerca di opporsi.

Fenrir 2Ma perché la globalizzazione non può essere fermata? Probabilmente Trump e altre reazioni, potranno bloccare parzialmente la globalizzazione delle merci e delle persone (del resto degli assestamenti sono necessari in qualsiasi trend) ma una cosa non potranno fermare perché fuori dal controllo: la globalizzazione tecnologica. Già ora attraverso internet, tutto il mondo è collegato sempre più ma presto con lo sviluppo di mezzi di movimento più veloci (vedi treni di Musk) e con l’avvento inevitabile di tecnologie di traduzione immediate, il mondo diverrà sempre più piccolo e sempre più unito. Ma basta che provate ad immaginare, fra duecento anni pensate veramente che un mondo supertecnologico e più evoluto del nostro possa essere ancora diviso in Stati Nazionali totalmente anacronistici e priva di ogni giustificazione logica? Se dite di sì siete faziosi, è chiaro che eccetto il verificarsi di eventi distruttivi della tecnologia, il mondo tenderà sempre più ad unirsi. Per questo dico che questa è solo una reazione, perché sarà la tecnologia a far comunque vincere nel lungo periodo la globalizzazione.

Noi del ceto medio occidentale siamo quindi senza speranza? Forse quello statunitense sì, ma noi europei possiamo sperare in un futuro movimento popolare non reazionario come quelli che finora sono spuntati in Europa e nel Mondo, ma rivoluzionario, cioè che sappia offrire una soluzione ad un problema più importante della globalizzazione, cioè la crisi strutturale del capitalismo, come scritto in questo nostro articolo e la crisi della democrazia come scritto in quest’altro. Finché saranno le élite a guidare la rivoluzione noi non potremo che esserne danneggiati, perché se la nostra sarà solo reazione è storicamente e statisticamente perdente.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, anche in questo caso so di essere impopolare, dato che Trump riscuote molte simpatie tra le tante persone che ormai odiano questo sistema, ma per gli Stati Uniti la situazione come vedete già dalle prime e gravi sommosse non potrà che peggiorare. Avete presente quante rivolte nere ci sono state con la presidenza del “buono” presidente di colore Obama? Adesso abbiamo un presidente bianco, “razzista” e molto irruento, in una situazione economica che potrebbe seriamente deteriorarsi, che è nemico di George Soros, fate un po’ voi. Da tempo scriviamo di una possibile guerra civile in America e non dimentichiamoci del problema del gigantesco debito pubblico americano e della questione del tasso di interesse come già ha fatto notare Funny King in questo articolo. E il buon Donald pensa giusto di inimicarsi Cina, Sauditi ed Unione Europea tra i principali detentori di asset e debito pubblico statunitense. Se i tassi dovessero salire troppo con un debito pubblico così grande, il bilancio andrebbe fuori controllo e se la FED dovesse tornare a fare quello che faceva e che fa ora la BCE, cioè comprare i titoli per abbassare i tassi, la fiducia nel dollaro potrebbe veramente perdersi per sempre e questo, per una nazione che ha basato la sua potenza imperiale proprio sulla fiducia nel dollaro, a mio avviso significa la fine (ricordiamo come gli USA siano un parassita mondiale con la bilancia commerciale sempre in negativo al contrario di Cina o Unione Europea). Nel 1917 crollò l’Impero Russo, ora cent’anni dopo vedremo in diretta l’inizio della fine dell’Impero Americano. Se così non fosse, se Trump dovesse riuscire a uscirne vivo e a mantenere il potere degli USA, con tutte queste circostanze super-negative, o è un miracolo o è il più grande statista della Storia. La stessa Storia, ci dirà chi avrà ragione. Noi per ora sosteniamo che l’Impero Usa stia finendo e per ora i fatti non ci stanno smentendo. In qualsiasi caso continueremo a monitorare questa vicenda che è di fondamentale importanza anche per la nostra vita quotidiana.

Fenrir (Giuseppe Cirillo)