Quasi un’apocalisse quella in cui si è trovato il Portogallo stamattina, causa il violento incendio divampato tra le foreste intorno a Pedrogao Grande, 160 km a nord di Lisbona. Ad ora, il numero delle vittime sarebbe salito a 62, altrettanti i feriti, di cui alcuni gravi. I pompieri stanno cercando di domare l’incendio su ancora su quattro fronti, due ancora violenti.

Il governo di Lisbona ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale.

In più di un caso, le morti sono avvenute alla guida in strade in mezzo ai boschi e le auto sono state carbonizzate dalle fiamme, in altri casi, le fiamme hanno ucciso intere famiglie in fuga dalla zona incendiata.

La polizia giudiziaria, che si sta occupando del riconoscimento delle vittime, ha escluso che ci sia una mano criminale dietro a questa tragedia. L’incendio sarebbe divampato a causa di un fulmine caduto su un albero, in mezzo ad una vegetazione arsa per le alte temperatura e per l’assenza di pioggia in quest’ultimo periodo. La diffusione fulminea delle fiamme è stata propiziata dalle temperature, intorno ai 40 gradi, e da venti violenti, fino a 200 chilometri all’ora.

Il Papa ha espresso vicinanza “al caro popolo portoghese” stamattina, durante la recita dell’Angelus, ed ha invitato i fedeli a pregare in silenzio per le vittime, mentre Spagna e Francia hanno inviato mezzi aerei per aiutare il Portogallo nella lotta alle fiamme. Sono pronti a partire anche due canadair italiani.

A causa della grossa nuvola di fumo che impedisce la facilità degli interventi, il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, ha attivato il meccanismo di assistenza della protezione civile Ue.