L’uscita di scena del consigliere federale Didier Burkhaltèr è stata (così pare) inattesa e (mi vien da dire) malinconica. Secondo l’interpretazione comune il  ministro – costatata l’impossibilità di far passare la sua linea di “resa all’Unione europea” e, verificata la crescente ostilità che essa suscita nella popolazione e persino nelle cerchie governative – ha saggiamente deciso di ritirarsi.

Ed ecco che serve un successore, e bisogna che sia ticinese, come ha dichiarato Natalia Ferrara in una ormai celebre intervista. Lo dicono tutti, e a questo punto lo dico anch’io.

Il candidato ideale sarà Ignazio Cassis? Possibile, ma da varie parti spuntano indicazioni e sostegno in favore di Laura Sadis, la consigliera di Stato che lasciò nel 2015. Sostituire un Burkhaltèr “euroturbo” e, alla fine, condannato al ritiro da quelle sue stesse manie con una nuova consigliera verosimilmente di una identica pasta? Una tipica esponente della Sinistra PLR (oggi prevalente), che piace al Caffè, alla Regione e (per forza di cose) ai Socialisti.

Bene ha fatto Fulvio Pelli, uomo esperto, a raccomandare ai PS: “Ragazzi, frenate il vostro entusiasmo! Rischia di fare gran danno”.

La possibile candidata Sadis può vantare una grande vittoria, quella del 2007. Fu lodata ed esaltata, le lanciarono fiori e baci. Per il partito fu una vittoria di Pirro. Sono troppo sgradevole se ricordo ai “vincitori” che proprio quello fu l’inizio della decadenza del partito, che presto sfociò nella bruciante sconfitta del 2011, quando Vitta battè Morisoli per agguantare una sedia… che non c’era più?

Io sono un uomo che ha buona memoria, amo (anche) il passato e mi piace ricordarlo. Spesso ricordo i miei stessi pensieri (non che siano importanti). Era una domenica d’aprile del 2007 e vedevo i trionfatori agitarsi senza ritegno, come se avessero vinto un milione alla lotteria.

Allora io pensai questo, esattamente questo: “Poveretti, se sapeste per che cosa state esultando!”