di Raoul Ghisletta, presidente del PS Lugano

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Avremmo forse il dovere di criticare questo testo ma preferiamo lasciarlo al giudizio del lettore. Noi pensiamo che solo una piccola parte della cittadinanza possa condividere simili considerazioni.

Nota. Non ci sfugge l’accenno a una eventuale “mediazione” del governo cantonale. Andata buca a Lugano, si guarda ora a Bellinzona?

Nella notte tra il 29 e il 30 maggio qualcosa è successo. Dopo infinite tergiversazioni (che non si possono dimenticare) la Città ha cessato di essere ostaggio di un nucleo di “alternativi autogestiti”. Ciò che sconcertava il cittadino era l’apparente impotenza dell’autorità. Questa notte il Sindaco (antico) e Karin (nuova di zecca) si sono mossi con decisione.

Ora la parola al PS.

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Il PS Lugano e il PS Ticino condannano lo sgombero dell’ex Macello di Lugano, sede degli autogestiti, come pure l’azione affrettata di sgombero della polizia in atto presso (l’ex Istituto Vanoni.

Dopo una manifestazione a sostegno dei “molinari” nel pomeriggio, che pur non essendo autorizzata si è svolta senza incidenti, nel tardo pomeriggio alcune decine di partecipanti hanno occupato lo stabile dell’ex Istituto Vanoni, stabile vuoto da alcuni anni.

Pur non avendo verosimilmente alcuna richiesta giuridicamente valida in tal senso da parte del proprietario dell’ex Vanoni, la polizia ha immediatamente circondato l’edificio, per impedire l’uscita dei manifestanti e ha poi deciso di sgomberare l’edificio privato.

Siamo in un clima politico surreale che misconosce le realtà culturali alternative e calpesta il principio della proporzionalità delle azioni in questo ambito, al contrario di quanto avviene nelle città svizzere. Un agire foriero di scontri e violenza. Il PS auspica che a Lugano si riapra una fase di dialogo con le realtà autogestite grazie all’intervento di una mediazione del Governo cantonale.