Per mail, arriva una richiesta di supplenza ad una professoressa precaria. Luogo: Bedonia, 1480 metri di altitudine, sull’appennino parmense.

“Una sua mancata risposta, secondo la normativa vigente, sarà considerata come a tutti gli effetti una rinuncia”. Sottinteso: “verrà depennata da tutte le graduatorie a cui si è scritta”. Che si legge: “quest’anno non lavori”.

Sono tempi di magro per i giovani laureati aspiranti insegnanti, che quest’anno si sono iscritti alle graduatorie GPS per poter avere qualche “spezzone orario” o, se più fortunati, una supplenza annuale in qualche istituto.

L’iscrizione era a cavallo di Ferragosto 2021. Bisognava entrare con lo Spid (le credenziali di identità elettronica, non facilmente gestibili), molto spesso il sito “s’impallava”, alcuni, come chi scrive, sono stati costretti a compilare l’iscrizione di notte, dopo l’una, perché c’era meno traffico ed il sito del ministero fluiva un po’ meglio, rispetto alla “rush hour” diurna.

Cosa, di preciso, bisognava compilare? Fino ad un massimo di centocinquanta scuole in cui avresti voluto insegnare quest’anno, secondo la tua classe di concorso. Ma la classe di concorso andava inserita l’anno precedente, e quest’anno non la si poteva rinnovare.

Per esempio, io, nel 2019, a 23 anni, mi sono laureata magistrale in lettere classiche (più i famosi “24 cfu” richiesti dal ministero per poter insegnare, trattasi di quattro esami in più). Secondo i crediti di esami conseguiti nell’arco della mia carriera, potrei insegnare greco, latino e materie letterarie nei licei classici, latino e storia nelle magistrali, negli scientifici e nei linguistici, italiano e storia alle medie.

Nel frattempo viene bandito il concorso, al quale ci si può iscrivere segnando solo una classe di concorso per ciascuna scuola, ovvero, una scuola superiore a scelta (devi scegliere tra classico, magistrali, scientifico e istituti – non puoi metterli tutti -) e medie. Così ti iscrivi al concorso, paghi la tassa al ministero e aspetti che venga bandito. Aspetti. Aspetti. Aspetti.

Contemporaneamente, ti iscrivi alle graduatorie per precari.

Nelle graduatorie, avevo inserito solo la classe di concorso per il liceo classico, perché credevo – mea culpa – che 1) fosse lo stesso procedimento del concorso, in cui dovevi scegliere solo una classe di concorso 2) che fosse automatico in base al quale se uno può insegnare al classico le suddette materie, possa insegnare anche alle scuole dove tali materie vi sono in maniera minore (es. allo scientifico ci sono meno ore di latino rispetto al classico, alle medie meno ore di storia, e così via). Sbagliato. Avrei dovuto inserire TUTTE le classi di concorso, e non soltanto una che raggruppasse le altre (proprio perché non le raggruppa).

Risultato: mi trovo a far domanda solo per il liceo classico (scuola dove è molto difficile esser chiamati, essendo nota per la vetusta età degli insegnanti ivi racchiusi). Seconda chance automatica: sostegno, negli istituti secondari. E via di quello, dunque. Sempre se chiamano. Perché sono giovane, molto giovane, e quindi non ho anni di esperienza, e quindi, nonostante la lode, sono ultima in graduatoria: mi precede chi ha più anni, e quindi più punteggio.

Nel frattempo il concorso non esce, nonostante sia stato bandito da più di 400 giorni. La ministra Azzolina, famosa per aver introdotto plasticosi banchi a rotelle nelle scuole, complici di rotule rotte e bisbocce, passa il testimone al più severo Bianchi.    

Nel frattempo, io mi prendo una seconda magistrale. E così, a 25 anni, mi ritrovo laureata in filosofia e posso insegnare – in teoria – oltre alle mie lettere, anche filosofia e storia nei licei.

No, non è così. Devo infatti aspettare che riaprano le graduatorie per 1) fare ammenda del mio errore, ed inserire le altre classi di concorso oltre al liceo classico 2) inserire questa novella filosofia.

Le graduatorie riaprono ogni tre anni. Cioè, il prossimo anno. Quest’anno, debbo espiare il mio errore di non aver compilato bene le graduatorie – complice la mia inesperienza -, e aspettare. Il problema è che si mangia tutti gli anni. E allora si devono accettare anche le supplenze mensili di sostegno a 1480 metri di altitudine. Eh sì, si è proprio obbligati: il nuovo ministero ha introdotto la normativa secondo cui, nel momento in cui non rispondi, perché magari sei impossibilitato a recarti a 1480 metri di altitudine tutte le mattine alle 7,30, col gelo e con la neve, e perché magari semplicemente non hai la macchina, se rifiuti, dunque, vieni letteralmente depennato da tutte le graduatorie e per quest’anno non lavori.

Poco male, anche se accetti tale supplenza breve e poco succulenta, non ti chiamano. In graduatoria, nonostante la lode e proprio per la tua giovane età e mancati anni di servizio (che non potevi fare, essendoti laureata l’anno scorso), sei ultimo, e anche se accetti, non ti chiameranno.

Nel frattempo, aspetti il concorso. Per il quale gira voce che, se al primo tentativo non lo passerai, al prossimo girone non potrai provare. Eh, sì, si parlava anche di approvare una legge che impedisse, ai bocciati al concorso, di provarlo al prossimo giro.

In un Paese dove lo Stato regala ai giovani il bonus cultura (trattasi di 500 euro erogati ai 18enni), il quale può venir speso in teoria in libri, ma anche in musica e video (e figurarsi se i 18enni preferiscono Tolstoj a Sfera Ebbasta e Bello figo*!…), coloro che dovrebbero – da giovani – educare i giovani, sono i più penalizzati.

*famosi “trapper” nei cui testi c’è un esplicito invito alla droga, alla violenza, e allo stupro.

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Ovviamente questo interessante articolo descrive una situazione particolare, ma siamo certi che ci siano molti casi simili. Qualcuno potrebbe magari esporre – in sintesi lo schema organizzativo della scuola italiana!