A giochi quasi fatti (ormai la campagna elettorale per comizi è finita) tutti attendono i risultati delle elezioni. Tali risultati potrebbero effettivamente innescare il dibattito sul sistema proporzionale mettendo in discussione un sistema fondamentalmente nato per creare concordanza interpartitica, mettendo fine alla scia di violenza che ha caratterizzato la politica antecedente all’introduzione di tale sistema. 

Parliamo del “peggior scenario” per qualcuno che potrebbe avverarsi.

Conferme o smentite arriveranno il 3 aprile in ogni caso, ma chi vi scrive lancia lo spunto: Mirante come candidata per il CdS superi a livello personale altre candidate, magari di vermiglia casacca, già che di cattivo sangue si è parlato per tutta la campagna elettorale. 

Attualmente, senza voto di lista è tecnicamente impossibile che venga eletta, è altresì vero però che un risultato del genere sarebbe una batosta al summenzionato sistema proporzionale (in soldoni: la candidata migliore è esclusa per meccanismi del sistema), ed un’eventuale proposta di una soglia di sbarramento sarebbe vista come una legge ad personam – in questo caso forse anche per eliminare gruppi “rumorosi” in parlamento. In questo ipotetico scenario, la colpa ricadrebbe su quel partito, o meglio al suo direttivo che per decisioni di scuderia ha promosso la scissione.

Se la strada della soglia sarebbe a questo punto inaccettabile, eccoci quindi a mettere in discussione il sistema proporzionale. Niente più corse interne, ma un curioso tutti contro tutti, e chi più agita le masse più crocette intasca?

Una terza via, piuttosto interessante, è quella del confronto tra i candidati che si contendono una determinata sedia, all’interno del sistema proporzionale. Lo abbiamo visto applicato a destra dello scacchiere ed effettivamente è stato forse l’unico altro vero argomento di chiacchiericcio all’interno della campagna elettorale per le masse. Ma tale sistema non è applicabile per i piccoli partiti. 

Ed eccoci quindi in questo fantascenario a mettere in discussione il voto di lista. Se esso venisse determinato non già dalla crocetta in cima alla scheda, ma dal numero totale di candidati votati per lista rispetto al totale delle crocette suddivise per le altre liste, verrebbero premiati gli schieramenti fatti dalle persone più apprezzate, in un periodo storico dove ci viene ripetuto che “non si guardano più i partiti, ma le persone”.

Quello che sappiamo di certo, in data odierna, è che i candidati ora si godono cene ed incontri tra persone amiche, probabilmente per togliere stress e tensione, in attesa che la lunga notte di domenica lasci il corso al sole di lunedì mattina.

M.P.T.