Una Svizzera capace di spostare le montagne

Discorso del Consigliere federale.

Ospite a Giubiasco al congresso cantonale del PLRT

Prima di tutto desidero ringraziarvi per la calorosa accoglienza. Ho accettato con molto piacere il vostro invito. A dire il vero, la sezione ticinese del PLR non ha dovuto faticare molto per convincermi a venire!

Per prima cosa, mi sono detto, devo sbrigarmi ad accettare l’invito. E ho fatto bene. Se le sezioni cantonali vogliono invitare il consigliere federale liberale «più giovane», ossia in carica da meno tempo, allora non sono più io la persona giusta, ma il mio collega Hannes Schneider-Ammann. È passato poco più di un anno e già non sono più io il novizio del Consiglio federale. Se le cose vanno avanti di questo passo, fra due anni sarò il decano del Governo!

In secondo luogo, mi fa sempre molto piacere venire in visita nel vostro Cantone! Da quando sono consigliere federale, ci sono venuto già sei volte. Ho un ottimo ricordo, per esempio, della mia visita al Festival del film di Locarno. Il Festival è la finestra sul cinema internazionale e un appuntamento culturale di importanza nazionale. La Confederazione lo sa e perciò ha deciso di rafforzare il suo sostegno a favore di questa manifestazione.

Signore e signori,

Oggi è quindi la mia settima visita in Ticino. Sono qui perché avete avuto la gentilezza di invitarmi, ma anche perché tengo in modo particolare al contatto con un Cantone che non si sente sempre sufficientemente ascoltato a Berna.

Il Ticino è parte integrante della Svizzera da oltre duecento anni: i neocastellani, più lenti, festeggeranno questo traguardo soltanto tra quattro anni. Il vostro Cantone ha un ruolo molto importante da giocare in Svizzera, un Paese forte, ricco e fiero delle sue differenze e complementarità culturali. Il Ticino – insieme al Grigioni italiano – permette d’integrare a tutti gli effetti l’italianità nell’anima svizzera, nel cuore del patrimonio culturale vivente del nostro Paese.

Adottando la legge sulle lingue e la relativa ordinanza, il Parlamento e il Consiglio federale hanno lanciato un chiaro segnale politico in favore del plurilinguismo all’interno e all’esterno dell’Amministrazione federale. L’obiettivo è quello di promuovere e rafforzare la lingua e la cultura italiana e romancia in particolare. Il plurilinguismo, tuttavia, non può essere imposto dall’alto, ma deve essere qualcosa che viene naturalmente.

La forza del plurilinguismo in Svizzera si manifesta davvero solo quando le singole persone sono in grado di esprimersi in più lingue. E in questo, voi Ticinesi siete avvantaggiati, visto che parlate diverse lingue: penso, ad esempio, al nostro presidente, Fulvio Pelli. Voi Ticinesi date un contributo fondamentale alla comprensione reciproca e alla coesione del nostro Paese. Siete ambasciatori e ambasciatrici del plurilinguismo e costruttori di ponti culturali.

Il Ticino costituisce un ponte naturale non soltanto tra la Svizzera e l’Italia, ma in senso più largo anche tra il mondo germanofono e l’Italia, tra il Nord e il Sud dell’Europa. Se, come si dice solitamente, «tutte le strade portano a Roma», allora il Ticino è la strada naturale dalla Svizzera, ma anche dalla Germania, dai Paesi Bassi, dalla Scandinavia.

L’apertura della galleria di base del San Gottardo, che con i suoi 57 chilometri di lunghezza sarà il capolavoro ingegneristico del secolo, rafforzerà i legami e intensificherà gli scambi economici e culturali fra il Nord e il Sud dell’Europa, fra la Svizzera e l’Italia, ma anche fra le diverse regioni del nostro Paese.

Il Gottardo è nel contempo simbolo di questi scambi e del ruolo di ponte giocato dalla Svizzera e simbolo dell’unità e della complessità del nostro Paese.

A immagine del nostro Paese, la complessità geologica del massiccio, con i suoi molteplici strati, è espressione non soltanto della bellezza, ma anche della solidità del Gottardo: affinché il tutto tenga – e il tunnel non crolli – bisogna controllare, con tecnologie d’avanguardia, che ogni parte sia stabile quanto le altre. Una bella immagine per il ministro degli affari sociali: il nostro Paese deve la sua forza e la sua leggendaria stabilità alla grande coesione dei suoi strati sociali. Bella immagine anche per il ministro della ricerca: l’innovazione tecnologica aiuta a consolidare il Paese. E bella immagine anche per il ministro delle lingue: sono la diversità e il rispetto di tutte le lingue che fanno la forza e l’eccellenza della Svizzera.