Dopo il 10 aprile, l’assetto politico che uscirà dalle urne del Ticino sarà inevitabilmente modificato, considerando che ben tre ministri non si ripresenteranno. In vista delle imminenti elezioni cantonali Ticinolive.ch avvia una tournée di interviste ad alcuni candidati. Ai candidati sono state poste domande in tutte le salse e sui temi più disparati. Noi ora entriamo nello specifico, il modo migliore per conoscerli.

Intervista a Nadia Ghisolfi, candidata al Consiglio di Stato per il PPD Ticino


TicinoLive:
Quali sono, secondo lei, le tre sfide più importanti per il nuovo Consiglio di Stato? Quali ritiene saranno le tre priorità del nuovo Gran Consiglio?

Nadia Ghisolfi: Fondamentale, secondo me, è partire con una rotazione dei Dipartimenti. Questo darà un nuovo slancio a tutta la politica cantonale, anche a livello legislativo. Per quel che riguarda le sfide e le priorità, sia dell’esecutivo sia del Gran Consiglio, ritengo siano le seguenti:
Lavoro – far si che il mercato del lavoro possa soddisfare la domanda, facilitare il tempo parziale e il telelavoro.
Sanità – impedire un aumento dei costi della sanità ed un accesso alle cure a due velocità (per i ricchi e per i meno ricchi). Anticipare l’evolversi della popolazione anziana, dei suoi bisogni, e proporre soluzioni adeguate alle nuove realtà.
Socialità, famiglia e sicurezza – prendere in mano la questione del disagio giovanile: affrontare il problema dal punto di vista della scuola, della famiglia e della sicurezza. Incentivare nuove forme di lavoro, anche a tempo parziale, job-sharing e/o telelavoro.
Territorio ed Energia: garantire dei servizi di qualità su tutto il territorio cantonale. Permettere a tutte le regioni di svilupparsi e non di andare a ritroso di un solo grande Polo. Puntare su nuove forme di approvvigionamento energetico e diventare il più possibili indipendenti, creando nuovi posti di lavoro e ricchezza a favore dei ticinesi.

TL: Ritiene che l’attuale apparato statale e parastatale del nostro cantone sia adeguato ed efficiente? Oppure pensa che sia necessario un riesame, parziale o radicale?

NG: Parto dalla premessa che si può sempre migliorare e che dalle esperienze fatte bisogna trarre degli insegnamenti. Sono certa che una rotazione dei Dipartimenti avrebbe una ricaduta positiva anche sull’apparato statale e parastatale, nel senso di dare uno slancio, una motivazione, innovazione e rinnovo. È importante evitare una sorta di immobilismo negli uffici e l’atteggiamento del “si è sempre fatto così, non vedo perché bisogna fare diversamente”. Ogni metodo, sistema operativo, processo deve essere sempre migliorato

TL: Quali saranno i temi per i quali lei si batterà prioritariamente?

NG: Quelli citati alla domanda 1.

TL: Si parla spesso di quote rosa in Gran Consiglio. Ritiene sia meglio votare un candidato perché è valido oppure garantire una giusta ripartizione al gentil sesso?

NG: Bisogna votare un candidato se lo si ritiene valido, non importa che sia uomo o donna. Il problema esiste se qualcuno ritiene ancora al giorno d’oggi un uomo più o meno valido di una donna per una questione puramente legata al genere. Cosa per me assurda, ma forse non per tutti. È importante una rappresentanza equa in politica non solo di uomini e donne, ma anche di professioni, e anche di età. Sono convinta che più categorie sono rappresentate in Parlamento, più questo opererà a favore di tutta la società e non solo una parte di essa. Ogni persona ha il suo vissuto personale e professionale, e in un Parlamento, soprattutto di milizia come il nostro, queste esperienze incidono in modo importante sull’attività politica. Ogni parlamentare ha a cuore problematiche diverse dettate anche dal suo vissuto. Più i vissuti sono variegati, maggiore il numero di esperienze e di problematiche che si possono affrontare e risolvere. La situazione attuale invece, vede attualmente in Gran Consiglio una preponderanza di uomini; generalmente indipendenti (avvocati, ingegneri, medici). Senza nulla togliere a questi professionisti, la società dovrebbe essere meglio rappresentata. All’elettore giro la domanda, la società ticinese è adeguatamente rappresentata?

TL: Considera un tema preoccupante la paventata chiusura del tunnel del San Gottardo per circa 900 giorni? Se no, perché? Se sì, cosa spera potranno fare in merito il governo e il parlamento del Ticino?

NG: Molto preoccupante, in quanto avrebbe degli effetti devastanti sulla nostra economia. Bisogna continuare a garantire il collegamento, attraverso un secondo tubo (con o senza raddoppio), che permetterebbe di risolvere anche il problema, non trascurabile, della sicurezza.

TL: A cicli regolari torna in auge la discussione sul maggioritario e sul proporzionale. Chi ha il maggioritario vuole tornare al proporzionale (vedi canton Grigioni) e vice versa. Come vede la situazione in Ticino?

NG: Credo che in Ticino si debba restare al sistema attuale (proporzionale). Il sistema maggioritario non garantisce automaticamente una maggiore governabilità, anzi. Si può rischiare di peggiorare la situazione nel senso di impedire un pluralismo ideologico importante e l’improbabilità di effettivamente alternare al Governo maggioranza ed opposizione, per citare solo due esempi.

TL: Fisco, un tema che tocca direttamente il portamonete dei contribuenti ticinesi. Lei è favorevole o contrario alla diminuzione del carico fiscale? Ritiene che i single siano fiscalmente discriminati?

NG: Una diminuzione del carico fiscale può e deve venire considerata soprattutto in difficili periodi congiunturali. Queste diminuzioni non devono andare a penalizzare un soggetto piuttosto che un altro, quanto piuttosto a favorire coloro che sono particolarmente in difficoltà. Le misure devono essere quindi attentamente studiate per incidere in modo mirato a favore di chi ne ha più bisogno e anche per incentivare l’economia e indirettamente l’indotto che ne consegue.

TL: Oltre 16mila cittadini del Ticino sono privi della copertura di cassa malati. Come pensa possa essere affrontato questo spinoso problema?

NG: Bisogna responsabilizzare ulteriormente il cittadino e far capire l’importanza di una copertura. Questo non è tuttavia sufficiente in quanto non tutti coloro che non pagano lo fanno per scelta. Molti, credo la maggior parte, non riescono davvero a coprire questi costi. Credo che rivedere il sistema di finanziamento possa aiutare a risolvere il problema: il passaggio dal reddito imponibile a quello disponibile per l’attribuzione dei sussidi è già un passo avanti concreto che è stato fatto nella giusta direzione. Si potrebbe andare oltre e pensare a dei premi che variano in base al reddito.

TL: Dato che la Svizzera è costantemente presa di mira da più parti per i motivi più disparati, il Ticino che sponsorizza il carbone in Germania non teme di innescare una ritorsione da parte dell’élite politica tedesca a causa di aspetti ecologici? Ritorsioni che potrebbero avere conseguenze sulla politica estera della Svizzera?

NG: Non credo; non è grazie/a causa del Ticino che la centrale in Germania viene costruita. Resto comunque dell’idea che è importante uscire dal progetto, per questioni ambientali, ma al momento giusto: senza quindi perdere i soldi, ormai investiti, del contribuente pubblico, e trovando altre fonti e altri progetti per garantire la disponibilità d’energia necessaria al nostro Cantone.

TL: L’Osservatorio del turismo, una creazione recente, va ad aggiungersi alle strutture dell’Ente turistico ticinese e ai vari enti turistici regionali. Secondo lei questa nuova istituzione risponde a una necessità effettiva? Oppure ritiene che sarebbe stato meglio destinare altrove questi fondi?

NG: Penso che sia troppo presto per fare una valutazione su questo progetto. Di positivo c’è che si è tentato qualcosa di nuovo per sostenere e sollevare un settore che per il Ticino resta di fondamentale importanza. Bisogna ora attendere per vedere che tipo di risultati concreti verranno prodotti.

TL: Ritiene che il tema del Piano di Magadino riguardi solamente il Locarnese e il Bellinzonese oppure concerne l’intero cantone? Condivide l’idea di inserire un Parco sul Piano o pensa che possa esserci il pericolo di un Parco che diventi limitativo al futuro sviluppo di questa zona?

NG: Il Parco del Piano di Magadino può e deve rappresentare un’opportunità per tutto il Cantone, non solo per le due regioni confinanti. Il Parco pone dei vincoli a salvaguardia delle zone naturalistiche (come la zona palustre d’importanza nazionale) e non include zone edificabili, fatta eccezione per alcune zone per edifici e attrezzature d’interesse pubblico. Questo, se non gestito correttamente a priori, potrebbe andare in conflitto con le attività agricole esistenti (e/o future) e altri insediamenti artigianali e/o industriali. Il Parco comporta quindi delle scelte e dei sacrifici. Se si opta per questa scelta, bisogna dare delle garanzie di sviluppo alle attività esistenti; garanzie che oltre al mantenimento della situazione possano prevedere anche un ulteriore sviluppo, alimentato proprio anche dall’ottica di uno “sviluppo sostenibile” nel Parco. Senza queste garanzie difficilmente si potrà realizzare questo progetto.

TL: La politica accusa la stampa di strumentalizzarla e di causare una perdita di valori e un decadimento morale e di stile, sull’esempio di paesi vicini a noi. Ritiene sia un’accusa giustificata?

NG: È un po’ il gatto che si morde la coda: se certi politici non si comportassero in determinati modi la stampa non li riprenderebbe. Dall’altra parte, forse, se la stampa non desse loro tanta importanza anche loro smetterebbero di comportarsi in determinati modi.

TL: Il mondo evolve e oggi in molti paesi alle coppie gay è permesso adottare dei bambini. Lei cosa ne pensa ?

NG: L’omosessualità è un tema difficile e ancora considerato un tabù da una buona parte di ticinesi. Ritengo che ognuno abbia il diritto di scegliere il suo modo di vivere e con chi condividere la propria esistenza, fintanto che non si preclude l’esistenza di altri. Permettere di adottare un bambino ad una coppia gay è qualcosa che arrischia di toccare questo limite. È una decisione importante, non deve essere né uno sfizio né un atto simbolico, e deve essere soppesata in modo estremamente critico, soprattutto nell’interesse del bambino e del suo sviluppo. Io credo che nella nostra società proprio quest’ultimo aspetto rischierebbe di essere estremamente problematico e difficile. Ciò premesso, sono altresì convinta che per i tanti orfani che non vedono l’ora di poter vivere la loro vita in modo sereno, questa è un’opportunità supplementare da tenere in considerazione.

Per conoscere ancora meglio Nadia Ghisolfi visitate il sito http://www.ghisolfi.ch/

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