Sarebbe un insulto a confronto dell’importanza e serietà di un argomento necessario che dopo l’abbattimento tramite garbugli e finanze da parte del governo cantonale, si potrebbe addirittura pensare che si tratti di uno scherzo di carnevale… No, si tratta di una vera presa in giro e dimostrazione di mancato rispetto verso autorità e popolazione della periferia di Lugano.

Per affrontare questo discorso purtroppo è inevitabile elencare gli avvenimenti principali.
In aprile 1998 la costituzione, approvata dal dipartimento, del comitato “Unione Val Colla” con scopo di aggregare i quattro Comuni della Valle, Cimadera, Certara, Bogno e Valcolla. Lo studio completo, con preventiva informazione a tutta la popolazione in novembre 1998, e corredato di tutti i dettagli è stato inviato al Consiglio di Stato in giugno 1999, ma rigettato dello stesso in quanto la fusione dei soli quattro Comuni citati non garantiva una gestione finanziariamente autonoma. Di seguito, Lugano, da noi sollecitata, tramite il sindaco Giudici ha esternato interesse per un’aggregazione dei comuni della Val Colla con la Città. Con il consenso dell’autorità cantonale si è dato il via al nuovo progetto che è stato inoltrato al Consiglio di Stato in luglio 2003. Durante i vari processi del progetto devo affermare che sia il capo del dipartimento come il capo SEL non hanno mai dimostrato entusiasmo, ciò si e poi dimostrato attraverso numerose esternazioni radio-televisive durante tutto il percorso fino ad oggi, infatti è stata costituita una Commissione speciale per “inventare” un articolo sulla contiguità territoriale, base sulla quale nel novembre 2004 il GC ha decretato il nuovo articolo della Legge sull’aggregazione e separazione dei Comuni, specificando che “la contiguità territoriale è obbligatoria”. A brevissima distanza, l’aggregazione di Villa Luganese con Lugano ha dimostrato come questo decreto sia stato un assoluto fallimento. Ciò si è ripetuto anche per l’aggregazione di Sigirino con Rivera-Bironico la cui contiguità territoriale si limita a 483 metri lungo il crinale tra il Monte Tamaro e il Motto Rotondo ad un altezza di quasi 2000 msM ! E la contiguità territoriale tra la Città di Locarno e il Piano di Magadino? È forse data dal Lago, visto che la legge specifica contempla anche la separazione; questo non è assolutamente un mio credo ma solo un accenno a decreti legge in pratica inapplicabili e veramente maldestri nel confronto della Val Colla.
Inoltre, perché l’autorità cantonale non ha adottato l’aggregazione coatta per Mezzovico, come aveva adottato con Sala Capriasca?

Interrogativi che dimostrano chiaramente una confusione megagalattica e una marcata volontà finalizzata ad ostacolare con tutti i mezzi il progetto che è stato il primo in assoluto a livello cantonale. Elemento che è stato incentivato con l’inclusione forzata del Comune di Cadro, che solo pochi anni fa ha dimostrato con tutti i diritti democratici di voler mantenere la propria indipendenza e che va rispettata. “Cambiamenti e adattamenti si, ma per favore la volontà del sovrano va rispettata” i quanto il comune citato al momento non da nessun fastidio finanziario! È questa la strategia finanziaria ?

Nei quattro anni di dormiveglia trascorsi dopo il decreto sulla contiguità i funzionari responsabili concretamente e con bravura hanno adottato la tattica del temporeggiamento all’unico scopo di trovare ulteriori garbugli dimenticando il principio che “il tempo è denaro” e questo deriva in gran parte dai contribuenti del Luganese. Come chiaramente dimostrato questa aggregazione, da parte del Cantone non è mai stata gradita. Concretamente lo stesso in questi 11 anni trascorsi ha speso ben oltre 30 milioni, per garantire la sopravvivenza dei Comuni della Val Colla tramite sussidi di vario genere marciando sul posto, si tratta di miopia o strategia economica?
Da rilevare è inoltre che nel primo progetto Valcolla-Lugano si prevedeva anche una dilazione il contributo da parte del cantone.

Oltre a questi nodi a livello cantonale, che da quanto dimostrato finora sono finalizzati a ritardare ed ostacolare un’ aggregazione rispondente alla realtà ed esigenze del contesto generale, si constata di nuovo che i responsabili del progetto a livello cantonale non hanno individuato i fattori indispensabili e basilari di un progetto importante

In fine sono le finanze l’elemento chiave, ma anche questo risulta verosimil-mente caduto all’ultimo momento sui piedi dei dirigenti. Dimostrato è che il progetto in oggetto ha subito continue interpretazioni e oltre agli svariati cambiamenti, elementi a dimostrazione di una mancata serietà progettuale, è sempre esistita poca trasparenza che, alle nostre latitudini, è detto una politica del “barca e mena” in voga solamente nelle repubbliche delle banane. Guarda a caso … che il progetto finalmente avviato nel locarnese il fattore finanziario è stato considerato tempestivamente, anche se la spiccata volontà d’attuazione dovrà essere ancora dimostrata.

Quel che più che altro e inaccettabile e vergognoso riguarda il modo di come vengono trattati da oltre un lustro le autorità e l’intera popolazione della periferia di Lugano, che ha dimostrato con una sottoscrizione di oltre il 90%, una spiccata volontà di quanto in oggetto e che ora è veramente scocciata.
Conseguentemente, le autorità locali (con poche eccezioni) e la stragrande maggioranza della popolazione, ritengono che un’ astensione dalle urne alle prossime elezioni sia più che opportuna. Ben consapevoli che questa dimostrazione contro le autorità irrispettose, indifferenti ed amorali ancora in lista, l’esigua manciata di voti persi in Val Colla non ostacolerà il loro successo.

La speranza che rimane è quella che in seguito alle elezioni di aprile, solo i meritevoli siano premiati e che si dia spazio a nuove leve lungimiranti capaci di intraprendere un lavoro a digiuno di tanti complotti e vicissitudini, più che altro personali, a svantaggio di un’ intera regione.

Mentre in relazione alla riattivazione di un aggregazione amministrativa dei soli Comuni della Valle, chiaramente bocciata dal governo nel 1999, la volontà d’opposizione da parte dell’autorità e popolazione è più che mai viva, quindi si invita a ritornare al più presto sui passi appena perduti al più presto possibile al fine di realizzazione entro il 2012.

Concludo evidenziando come la popolazione e le autorità coinvolti sono stanchi di essere maltrattati e di essere ritenuti merce di baratto di svariati e vergognosi contrasti a livello geo-politico cantonale.

Alberto Rossini