Partita la doppia raccolta firme contro l’edificazione nell’ex campo militare.

Lanciata stamane in conferenza stampa l’iniziativa che intende bloccare l’edificazione all’ex campo militare, dell’Istituto di Ricerche in Biomedicina e il futuro Polo scientifico a Bellinzona.

L’iniziativa Parco Grande e il referendum dovranno raccogliere 1500 firme hanno detto i promotori Luca Buzzi, consigliere comunale di Bellinzona Vivibile, Matteo Cheda, giornalista, e Michaela Jermini Lafranchi, mamma di due figli che oggi sono in età da parco giochi.

I cittadini hanno già respinto in votazione progetti di edificazione nell’ex campo militare, ma le autorità secondo gli iniziativisti – non rispettano la volontà popolare. Il Tribunale amministrativo ha stabilito che non si può parcheggiare sul prato. Le autorità però ignorano la sentenza.

Nel 2003 una petizione ha chiesto di riseminare il prato, di far rispettare la sentenza e di progettare un parco urbano, ha fatto notare Buzzi. L’avevano firmata 3’230 cittadini, oltre il doppio di quelli necessari per un’iniziativa popolare. Le autorità però hanno ignorato anche questa richiesta.

Il prato è abbandonato all’incuria e al parcheggio abusivo. Le autorità, sostengono i promotori, sperano che i cittadini si stufino di vederlo e approvino la cementificazione per “sistemarlo”.

Lunedì sera il consiglio comunale di Bellinzona aveva approvato a stragrande maggioranza la variante di piano regolatore proposta dal Municipio e molte personalità si sono già schierate a favore del nuovo polo scientifico, fra questi anche il Proff. Mauro Baranzini che nel 2008 figurava fra i proponenti della lista Bellinzona Vivibile, di cui fa capo Luca Buzzi.

Cosa chiede l’iniziativa Parco Grande:
L’area verde dell’ex campo militare viene destinata a parco urbano, da realizzarsi entro 5 anni.
Entro un anno il prato viene riseminato e chiuso ai veicoli.
Non sono permesse nuove strade.
Non è permesso il parcheggio.
Non sono permesse costruzioni, salvo le attrezzature del parco (spogliatoi, buvette).
Le future modifiche al piano regolatore non devono ridurre la superficie occupata dal verde. Questo deve valere per tutta la città. Le nuove costruzioni sostituiscono quelle esistenti, eliminando immobili fatiscenti e brutture urbane. Sono possibili permute di terreno, a condizione che lo spazio complessivo occupato dal verde urbano non diminuisca.