Per convincere i loro clienti a mettersi in regola con le autorità fiscali, diverse banche in Svizzera ricorrono a metodi di pressione sino a poco tempo fa inimmaginabili, scrive il quotidiano francese Le Monde : “Secondo molti testimoni, alcuni istituti bloccano i soldi fino a quando il cliente non ha intrapreso i passi necessari per mettersi in regola con il fisco nel suo paese d’origine.”

“Rifiuto di trasferimento di fondi – si legge nell’articolo del quotidiano francese – blocco delle operazioni correnti, compreso il ritiro di soldi al bancomat, … le testimonianze mostrano che le banche fanno ricorso a metodi estremi.

“In effetti il tema è diventato molto sensibile sulla piazza finanziaria – conferma un dirigente di una banca – Le recenti accuse in Francia ai dirigenti della banca Reyl per riciclaggio in frode fiscale ha reso gli istituti di credito molto inquieti.”

Dopo il caso di un contribuente americano cliente della Banca cantonale di Zurigo che aveva sporto denuncia perchè la banca rifiutava di trasferire i suoi fondi all’estero, ora sono anche i clienti europei a trovarsi nella stessa situazione.

Un cliente francese della Banca cantonale vodese di recente si è scontrato con il rifiuto della banca di lasciargli liberamente disporre di un conto dove erano depositati diversi milioni di franchi. I suoi prelievi sono stati limitati a 100’000 franchi all’anno.
La banca lo ha indirizzato verso un avvocato fiscalista francese per avviare una procedura di regolarizzazione.

Un altro cliente francese della filiale della BNP Paribas di Ginevra non ha potuto far versare i suoi soldi sul conto di una banca in un paese dell’UE. Si è sentito dire che non era possibile autorizzare un ritiro in contanti né un versamento all’estero prima che avesse dimostrato di essere in regola con il fisco francese.

“Il mio cliente ha la doppia nazionalità, svizzera e americana e da anni risiede in Svizzera – racconta l’avvocato di un altro cliente. E’ in regola con i suoi obblighi fiscali americani, i suoi conti bancari sono dichiarati negli Stati Uniti ma questo non ha impedito alla Banca cantonale di Ginevra di bloccargli i conti e di vietare qualsiasi prelievo per quasi tre mesi.”

Anche i prelevamenti al bancomat non erano possibili. E’ stato necessario che l’avvocato alzasse i toni e minacciasse di intentare una causa legale affinchè la banca togliesse i blocchi.

Sul caso la banca ginevrina non ha rilasciato commenti. Il suo portavoce Olivier Schärrer si è limitato a dire che “la banca ha il diritto e l’obbligo, in determinate circostanze, di operare su preavviso un blocco delle transazioni.”
Una simile misura può essere imposta “quando dopo un determinato termine un cliente non consegna un documento o un’informazione convenientemente sollecitati per il normale proseguimento della relazione d’affari.”
“Alcuni clienti – spiega ancora Olivier Schärrer – faticano ad accettare una prassi simile, ma questo genere di esame viene attualmente praticato da tutte le banche svizzere secondo procedimenti molto simili.”