Il tema era stato dibattuto recentemente in Gran Consiglio, dove forse per la prima volta, si erano schierati dalla parte degli oppositori a queste micro centrali, Tullio Righinetti (PLRT) primo firmatario, della mozione presentata il 7 maggio 2008 “Moratoria microcentrali elettriche” e Francesco Maggi (I Verdi del Ticino). Il pericolo ventilato dai parlamentari era il proliferare di questo sistema per la produzione di energia elettrica. Nella sua mozione Righinetti chiedeva . “una richiesta di una Moratoria per le micro e mini centrali elettriche di qualsiasi tipo che prevedano nuove captazioni di acqua di superficie e in ogni parte del Cantone, in attesa della presentazione della suddetta scheda di PD cantonale”. Il parlamento aveva comunque deciso per lo status quo.

Oggi la Confederazione annuncia un sostegno finanziario ai Cantoni nella pianificazione di queste piccole centrali idroelettriche, ovviamente a determinate condizioni.

La rimunerazione a copertura dei costi per l’immissione in rete di energia elettrica per corrente proveniente dalle energie rinnovabili (RIC) ha avuto come conseguenza in Svizzera la realizzazione di numerosi progetti di piccole centrali idroelettriche. Le procedure di autorizzazione e di rilascio della concessione per questi impianti – scrive l’ UFAM – in parte controversi, sono di competenza dei Cantoni, che adesso ricevono un sostegno dalla Confederazione. Oggi gli Uffici federali dell’ambiente, dell’energia e dello sviluppo territoriale hanno pubblicato delle raccomandazioni per l’elaborazione di strategie cantonali relative alla protezione e all’utilizzo nel settore delle piccole centrali idroelettriche.

Secondo la legge sull’energia, in Svizzera la generazione di energia elettrica a partire da energie rinnovabili deve essere aumentata entro il 2030 di almeno 5,4 miliardi di chilowattora (kWh) rispetto al livello del 2000. Le centrali idroelettriche grandi e piccole dovranno contribuire al raggiungimento di quest’obiettivo generando circa due miliardi di kWh, ossia il 37 per cento (pari al fabbisogno energetico di 400 000 economie domestiche). Le centrali idroelettriche in funzione dal 2000 o in costruzione contribuiscono già alla produzione di circa la metà della quantità fissata come obiettivo.

Uno strumento per raggiungere l’obiettivo stabilito dalla legge sull’energia è costituito dalla rimunerazione a copertura dei costi per l’immissione in rete di energia elettrica (RIC) per corrente proveniente dalle energie rinnovabili. L’adozione di questo strumento ha determinato la realizzazione di numerosi nuovi progetti, che le autorità cantonali e comunali devono ora esaminare dal punto di vista della produzione di energia elettrica e della protezione delle acque e del paesaggio. Secondo la legge federale sulla protezione delle acque è necessario evitare ripercussioni sulle acque. Dal 1° gennaio 2011 la legge prevede anche nuove disposizioni sulla rivitalizzazione delle acque in Svizzera.

Per sostenere i Cantoni nell’adempimento di tale compito e garantire una procedura di valutazione dei corsi d’acqua – scrive ancora l’ UFAM – e dei progetti idroelettrici il più uniforme possibile a livello nazionale, gli Uffici federali dell’ambiente, dell’energia e dello sviluppo territoriale hanno elaborato congiuntamente delle raccomandazioni per l’elaborazione di strategie cantonali di protezione e di utilizzo nel settore delle piccole centrali idroelettriche. Dette raccomandazioni comprendono criteri ecologici, energetici ed economici, in base ai quali vengono ponderati gli interessi relativi alla protezione e il potenziale per la produzione di energia. Si ricavano così quattro categorie per la classificazione dei corsi d’acqua: “protezione rigorosa”, “protezione”, “interesse all’utilizzazione con riserva” e “interesse all’utilizzazione”. Diversi servizi cantonali dell’energia e della protezione delle acque hanno collaborato all’elaborazione delle raccomandazioni.

La produzione energetica da piccole centrali idroelettriche è interessante soprattutto in siti con un elevato potenziale energetico ma con scarso valore ecologico e paesaggistico. In genere, alla costruzione di nuovi impianti è preferibile il rinnovo e l’ampliamento di quelli esistenti.