Il primo ministro giapponese ha dichiarato venerdì che la situazione alla centrale nucleare di Fukushima Dai Ichi rimane molto grave: “Non abbiamo alcun motivo per essere ottimisti – ha detto Naoto Kan mentre è stato segnalato un nuovo rischio di fuga radioattiva.

A due settimane dal sisma di magnitudo 9 e dello tsunami che hanno colpito il nord-est del Giappone il bilancio ufficiale è di 10mila vittime accertate e quasi 17’500 persone risultano disperse. Sono circa 161mila gli stranieri che hanno lasciato il paese.
La maggior parte delle zone colpite dal terremoto e dallo tsunami sono completamente devastate e sono centinaia di migliaia le persone senza casa e senza mezzi di sussistenza, migliaia i morti che devono essere seppelliti, migliaia le case distrutte che devono essere sgomberate e su tutto questo plana la minaccia di una catastrofe nucleare.

Nella centrale di Fukushima venerdì sono state rilevate delle crepe nel nucleo del reattore numero 3. Lo ha comunicato il portavoce dell’agenzia della sicurezza industriale e nucleare giapponese. Nei giorni scorsi da questo reattore si era sprigionato del fumo nero.

Da queste crepe potrebbero liberarsi nell’aria una quantità incontrollata di particelle radioattive. Una fuga potrebbe verificarsi anche dai tubi o dalle condotte di ventilazione.
Il nucleo del reattore 3 potrebbe essere stato danneggiato dall’esplosione che il 14 marzo aveva distrutto i muri di contenimento. Il reattore contiene 170 tonnellate di combustibile radioattivo e dei 6 reattori che conta il complesso è quello che sta creando il maggior numero di problemi.

Nei reattori la corrente elettrica è stata parzialmente ristabilita ma il sistema di raffreddamento non è ancora stato riparato. Venerdì proseguiva il getto ininterrotto di acqua di mare sui reattori 1, 2 e 4, mentre sul reattore 3 è stato interrotto per il timore che la potenza della pressione dell’acqua peggiori lo stato delle crepe nel nucleo.
Una precauzione praticamente inutile, perchè se il reattore non viene raffreddato vi è il rischio di surriscaldamento, che porterebbe alla fusione nucleare del nucleo.