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Innanzitutto i risultati del voto di domenica:

Per un’AET senza carbone: 48.8% sì, 48.2% no.
Controprogetto: 52% sì, 44.4% no.
Domanda sussidiaria: 46% controprogetto, 39.6% iniziativa

Il responso delle urne permette all’Azienda elettrica ticinese di partecipare alla centrale termoelettrica germanica di Lünen sino al 2035, destinando parte degli utili ad un fondo per lo sviluppo nel cantone delle energie rinnovabili. Sconfitti I Verdi, che pretendevano la cessione della quota di AET entro il 2015.

Scarso l’interesse per il tema in votazione: è andato a votare il 28.6% degli aventi diritto.
Una partecipazione debole che dimostra come si dovrebbe evitare di mettere in votazione popolare questioni che implicano precise conoscenze che la popolazione non può avere e delle quali si disinteressa.
Questioni il cui esame e le cui decisioni dovrebbero riguardare soltanto gli addetti ai lavori. Invece tutti hanno voluto dire la loro, come se tutti fossero diventati esperti del settore.
Un voto popolare è senz’altro espressione di democrazia, ma la pretesa di imporre decisioni democratiche ad ogni costo con votazioni inopportune non è buona cosa.
Un’affluenza di 28.6% ad una votazione della quale si parla da settimane la dice lunga.

Rave