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Il sentimento d’insicurezza, al contrario dell’economia, sembra conoscere una crescita continua da oltre quindici anni in Svizzera e in Europa. Questa tendenza sembra rafforzata da una lunga litania di fatti di cronaca macabri raccontati dai media e da statistiche preoccupanti.
Da un recente sondaggio è emerso infatti che i delitti violenti, i furti e le minacce sono aumentati dal 2004 ad oggi e la Svizzera ha raggiunto il tasso di criminalità europeo. E così un altro mito svizzero si è frantumato, quello che ci indicava come il paese più sicuro al mondo.

Interessante sarebbe a questo punto l’analisi delle possibili soluzioni per contrastare il fenomeno, approccio che al momento mi pare manchi e dove i pareri degli esperti sono probabilmente discordi.
I fattori propizi allo sviluppo di comportamenti violenti sono molteplici e riguardano l’evoluzione della nostra società, la rottura dei legami sociali tradizionali, i fenomeni migratori, nonché l’impoverimento di talune fasce della popolazione.
Per contenere la violenza è dunque importante affiancare la prevenzione all’intervento e alla repressione, ciò che presuppone quindi un aumento degli effettivi delle polizie cantonali. Solo così si potrà ridimensionare i fattori di rischio.
Non da ultimo, e qui i politici sembrano lentamente giungere alle medesime conclusioni, la recente revisione del diritto penale svizzero ha purtroppo condotto a una banalizzazione della violenza. La “condizionale” è assurta a pratica corrente, sia per le pene che per le multe.

In altre parole è diventato difficile porre un sospetto in detenzione preventiva dopo che ha commesso un atto di violenza, per non parlare dell’ammontare della pena che per taluni reati appare assolutamente inadeguata e in altri sfocia nel versamento di una cifra irrisoria.
Mentre le vittime incontrano sempre più difficoltà nel far valere i propri diritti, in particolare quando si tratta di ottenere una riparazione dei danni o un indennizzo.
Una crassa ingiustizia su cui il Parlamento federale deve chinarsi nei tempi più stretti ed urgenti per ridare alla giustizia quella credibilità che sembra essere venuta meno. E in questo m’impegnerò perché ciò avvenga.

Fabio Regazzi
Candidato al Consiglio Nazionale, elezioni 23 ottobre 2011