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Ezio Gatti, imprenditore di Sondrio accusato di essere il mandante dell’omicidio dei coniugi Giampiero e Gabriella Ferrari, avrebbe ingaggiato il sicario moldavo Ruslan Cojocaru, 30 anni e quasi due metri d’altezza, pagandolo lautamente: 150mila euro e una Mercedes.

I coniugi Ferrari erano stati uccisi nell’ufficio della loro azienda a Brusio, in Val Poschiavo, il 21 novembre 2010 e Cojocaru, arrestato a Rimini a inizio settimana, si trova ora nel carcere di Monza con la pesante accusa di averli ammazzati a colpi di pistola e a sprangate.
Gli inquirenti sono risaliti al moldavo per le tracce di Dna trovate sotto le unghie di Giampiero Ferrari.

Le indagini sono concentrate sul motivo del delitto. I carabinieri e la Procura di Sondrio considerano questioni economiche, grosse cifre che Ezio Gatti avrebbe affidato in gestione a Giampiero Ferrari. Però l’imprenditore valtellinese risulta titolare solo di partita Iva e di alcune società senza attività.
A lui gli inquirenti sono arrivati seguendo il traffico telefonico di Ferrari, che nei giorni precedenti l’omicidio aveva ricevuto numerose chiamate da schede telefoniche anonime, poi risultate in possesso dei due arrestati. Dopo il 21 novembre da quelle schede non era partita né entrata più alcuna chiamata.

Gatti e Cojocaru erano pedinati dagli inquirenti italiani e svizzeri già mesi prima del loro arresto. I carabinieri avevano scoperto che i due si erano conosciuti a Rimini, dove il moldavo viveva con un regolare permesso di soggiorno, poi avevano accertato il pagamento a Cojocaru di 150 mila euro, un acconto sulla cifra intera pattuita di 300mila euro e la consegna di una Mercedes di grossa cilindrata.

Ieri è stato interrogato Gatti, che si è detto estraneo a tutta la vicenda. Il moldavo viene interrogato oggi.