Un film d’animazione dal successo stravolgente. Un pubblico conquistato trasversalmente, di tutte le età. Canzoni doppiate in tutte le lingue, derivati musical, sceneggiature da palco, attrici che impersonano i protagonisti. E poi canzoni, disegni, sino al marketing più spietato: magliettine per bambini, cappellini, quadernini, vestiti da carnevale, gadgets. Infine, il raggiunto baluardo della psicologia: il film sarebbe rappresentativo del womens power, in quanto la protagonista, Elsa, accettando se stessa, non sarebbe come tutte le altre, ovvero, in cerca di un partner.

Accadeva quattro anni fa, con Frozen, il film d’animazione dal successo planetario, che racconta la storia di due sorelle, l’una regina, Elsa, l’altra principessa., Anna, orfane, che devono combattere con l’accettazione di se stesse: l’introversa Elsa scopre infatti di avere un potere incontrollato sul ghiaccio, e senza volere rende di ghiaccio tutto il regno. Così Anna deve cercarla, e aiutarla a ritrovare l’unità fraterna, nonostante gli altri, che si interpongono talvolta con crudeltà, volti a minare l’amoroso e controverso rapporto tra le due amatissime sorelle. Perché – colpo di scena – il vero amore, alla fine, non è quello del principe cattivo, ma della sorella.  Un sequel era pressoché scontato. Anche perché, si sa, se il film si conclude con Elsa senza fidanzato, così non va.

Ma proprio per questo Frozen è il film di quel che mai è scontato, perciò nulla dev’essere prevedibile. E che ci si inventa ora? Che Elsa sia lesbica. #giveElsaagirlfriend date a Elsa una fidanzata, l”hashtag che ha preso piede da due anni ormai, su twitter, ma che solo recentemente ha travolto con la sua carica esplosiva la già tesa (in Italia, anche per le elezioni) opinione pubblica.

E così anche la politica, sulla medesima onda del pro o del contro unioni civili, si scatena sulle ossa di un assai redditizio cartoon. “Giù le mani dai bambini” ha scritto sulla sua pagina facebook la leader di fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, (mamma di una bambina di quasi tre anni) e ha ribadito che difendere i diritti dei gay non deve significare imporre una realtà a bambini di 5 – 6 anni. E poi ci si è messo l’immancabile Salvini. “sono preoccupato.”

La sceneggiatrice Jennifer Lee, non si ferma e va avanti: “sarà la stessa Elsa a dirmi cosa fare” ha dichiarato. Poiché, si sa, i maschi non sono più quelli di una volta, i principi azzurri sono cattivi, e le principesse non hanno certo bisogno di essere salvate da dei cattivoni. Perché tutto cambia!

Ps. domani in Italia si vota. “Vota me, questa volta si cambia davvero” è lo slogan di tutti i candidati. E il Gattopardo rimane sempre lo stesso.