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Janwillem Acker, capo economista presso la Julius Bär, teme che la situazione attuale possa spingere, come a suo tempo negli Stati Uniti, persone che non dovrebbero indebitarsi a lanciarsi in un acquisto immobiliare insostenibile nel lungo termine.
Se ciò accadrà il rischio di vivere in Svizzera una crisi subprime si farà via via più inevitabile, con tutte le conseguenze tragiche del caso.


I prezzi immobiliari esplodono ma i tassi ipotecari, a livelli bassi da record assoluto, permettono ad un elevato numero di persone di accedere all’ipoteca. Il livello da record dei tassi d’interesse provoca un surriscaldamento della domanda sul mercato immobiliare e per questo i prezzi stanno prendendo il volo, a seguito anche della richiesta da parte di stranieri benestanti che per motivi di sicurezza e stabilità decidono di trasferirsi nel nostro paese.
L’afflusso dall’estero di forze lavorative molto qualificate è un fattore aggiuntivo che spinge i prezzi immobiliari verso l’alto, senza dimenticare gli effetti della libera circolazione per i cittadini di 17 paesi dell’UE introdotta nel 2007.

Nel terzo trimestre 2011 i tassi ipotecari hanno continuato a scendere sensibilmente. Come riferisce Comparis.ch, rispetto al precedente trimestre la diminuzione per tutte le durate è stata mediamente di un mezzo punto percentuale.

Questa evoluzione è rischiosa. Già lo scorso mese di giugno il Presidente della Banca nazionale svizzera Filipp Hildebrand, aveva indicato l’aumento eccessivo dei prezzi immobiliari come uno dei maggiori pericoli per l’economia del paese. Due mesi più tardi la BNS riduceva i tassi guida a zero nell’ambito delle misure contro il franco forte.
Secondo Alexandre Ziegler, professore in finanze presso l’università di Zurigo, questa nuova riduzione dei tassi ha rafforzato il surriscaldamento della domanda e aumentato il rischio di formazione di una bolla immobiliare.

Oltre a ridurre il tasso guida, lo scorso 6 settembre nel tentativo di arginare il problema valutario con l’euro, la BNS aveva pure legato il franco svizzero all’euro, per impedire che la moneta europea tornasse a scendere sotto il cambio di 1,20.
Una misura analoga attuata negli anni ’70 aveva provocato una forte inflazione durata circa un decennio, terminata negli anni ’80 in una forte crisi immobiliare.

La costruzione di appartamenti e case è a livelli record e non cessa di crescere. Malgrado ciò alcuni esperti ritengono che i tassi ai minimi storici potrebbero far sì che le case vengano sopravalutate, in special modo se la Svizzera dovesse scivolare in una fase di recessione con conseguente crollo della domanda.
Questo pericolo sarebbe già reale nelle regioni molto gettonate come i laghi di Ginevra, di Zurigo e di Zugo oltre ad alcuni centri turistici.

(Ticinolive/Cash.ch)