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I terroristi del Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan, hanno ucciso la scorsa notte 26 uomini delle forze di sicurezza turche nel sud-est della Turchia, al confine con l’Iraq.

La replica ordinata dal premier turco Recep Tayyip Erdogan e dal presidente Abdallah Gül è stata perentoria. Raid aerei simultanei hanno bombardato per ore edifici e zone militari nella provincia irachena di Hakkari. Per inseguire gli aggressori che rientravano alle basi, quasi 1’000 uomini delle truppe speciali turche sono penetrati per almeno quattro chilometri in territorio iracheno, anche con l’ausilio di elicotteri.
Sempre nel nord dell’Iraq, gli aerei dell’aviazione turca hanno lanciato bombe sulle postazioni del Pkk nella regione del monte Kandil, dove si trova la base del movimento.

Erdogan ha annullato una visita diplomatica nel Kazakhistan ed ha convocato un vertice urgente anti-terrorismo.
Dagli anni ’80 una parte dei circa 14 milioni di curdi che vivono in Turchia chiedono una maggiore autonomia dal governo di Ankara. Richieste che il Pkk porta avanti a livello militare, con una guerriglia indipendentista che ha già causato decine di migliaia di vittime.