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Pier Felice Barchi commenta oggi su La Regione i risultati delle elezioni federali. Riportiamo qui di seguito alcuni passaggi del suo intervento.

“Se la Lega avesse effettuato la congiunzione con l’UDC quattro anni fa, già allora il PLR avrebbe perso un seggio al Consiglio nazionale – scrive Barchi – Questa riflessione è però una magra consolazione. I risultati del 23 ottobre non hanno invero fatto registrare una inversione del trend manifestatosi nelle elezioni cantonali dello scorso aprile.
Non serve cercare colpevoli. Si tratta di prendere atto che il partito di maggioranza relativa non soddisfa più le attese del ceto medio ticinese. Occorre ripristinare quella fiducia, modificando la scala delle priorità delle visioni e della progettualità politica. Un partito di maggioranza relativa non può andare all’opposizione. Deve promuovere la concordanza.

… A livello federale si sono rimescolate le carte al centro: vittoriosi sono stati il PBD (Widmer-Schlumpf) e i Verde liberali. Il PPD non ha tratto vantaggi dalle congiunzioni di lista stipulate. Il PLR avrebbe subito le medesime perdite (-4) se avesse partecipato a congiunzioni di liste al centro? Tutto da vedere. Verosimilmente, in tal caso, il “salasso” di voti a favore dell’UDC sarebbe stato più significante.
A Fulvio Pelli – che dal profilo programmatico ha tenuto una linea centrista senza cedimenti a sinistra – sarebbe stato rimproverato il contrario di quanto gli si riprende ora. Una strategia di alleanze centriste – che egli non ha voluto – sarebbe invero stata una follia in considerazione della rielezione, in dicembre, del Consiglio federale.

… Per Fulvio Pelli la politica è stata matrigna. È stato preso come un bersaglio fasullo, privo di qualsiasi consistenza. Nessuno dei supposti rimproveri sono riconducibili a decisioni da lui prese… Una distorsione dei fatti come quella riguardante la Banca dello Stato non si è mai avverata in politica.”