Un’anziana, molto anziana signora dimentica di avvertire che la casa che affittava, 500 euro al mese, non l’affitta più. Ma nella dichiarazione dei redditi il commercialista, giustamente, non mette alcun introito. E inizia la sarabanda.
Equitalia è inesorabile. Recupero crediti, multe, contromulte. È evasione fiscale.
“Ma guardi che non c’è nessuna evasione, è solo una dimenticanza”. È la legge.
“Ma è tutto solo frutto di un equivoco. Ecco la dichiarazione dell’inquilino che attesta che se ne è andato”. Troppo tardi. Bisogna pagare.
“Non è arrivata nessuna intimazione”. Le abbiamo mandate.
“Mai arrivate”. Le abbiamo depositate in Comune.
“E come facevamo a saperlo?”. Hanno mandato l’avviso.
“Non è mai arrivato”. Ha la prova?
“No, siete voi che dovete avere la prova”.
Nel frattempo le multe si moltiplicano.
Equitalia è inesorabile. Bastava andare sul sito di Equitalia per scoprire che c’era un procedimento a carico, no?
“Ma certo, una signora novantenne esce un attimo da Facebook e naviga in internet alla ricerca delle sue cartelle esattoriali”.
Ricorso. Paghi e poi faccia ricorso.
“Va bene, paghiamo le tasse che non abbiamo evaso, ma pazienza”.
Ma le multe? Più del doppio.
Uno Stato usuraio? È la legge.
Ricorso. No, ci vuole un avvocato.
Bene, così non è più il doppio, è il triplo.
Caso personale. Ma tutti i casi sono personali.
Solo Equitalia è un caso generale. Il caso generale di un ente che applica la legge.
Metafora (metafora?) di uno Stato gabelliere. La lotta all’evasione non c’entra nulla.
Claudio Sabelli Fioretti
pubblicato il 26 maggio 2012 su Io Donna, supplemento del Corriere delle Sera – per gentile concessione dell’autore