Warning: Attempt to read property "post_excerpt" on null in /home/clients/d43697fba9b448981cd8cd1cb3390402/web/content/themes/newsup/single.php on line 88

Il satellite Landsat della NASA, con il controllo del Servizio di Vigilanza Geologica degli Stati Uniti, ha scattato delle istantanee dove è possibile vedere l’evoluzione della costruzione di un’isola artificiale denominata Poplar, progetto che da quattordici anni la Casa Bianca gestisce nella baia di Chesapeake (Maryland) per conto dell’esercito e dei servizi di sicurezza nazionali.

Seguendo lo stile delle isole artificiali di Dubai, l’opera ha una base in blocchi di cemento armato su un perimetro che si sta riempiendo da dieci anni con sedimenti dragati dalle coste di Baltimora, città situata a quarantotto chilometri a nord dell’isola.
Secondo gli specialisti, quest’isola esisteva già nel 1800 con la stessa forma che ha nell’attuale progetto edificatorio dell’esercito.
L’erosione e l’aumento del livello del mare l’avevano poi completamente ricoperta, per cui la diga e il
terrapieno realizzati hanno come base strutturale l’antica isola di Poplar, d’origine naturale.
Ora, anche se le immagini mostrano un grande progresso nell’avanzamento dei lavori, l’isola è solo uno spazio in cui abitano i costruttori e gli ingegneri, le tartarughe d’acqua dolce e più di 170 specie di uccelli, inclusa l’Aquila calva, emblema nazionale degli Stati Uniti.

Ovviamente la destinazione ultima dell’enorme manufatto rimane “top secret”, ma considerando la tendenza storica di ogni amministrazione americana a farsi i fatti propri, la ripetuta non ingerenza negli affari interni di altri paesi e la politica disinteressata e pacifista verso ordinamenti statali diversi, direi
che le tartarughe e le aquile che adesso utilizzano quello spazio per i loro rituali, possono restare “tranquille”.

Carlo Curti, Lugano