The Apprentice, l’apprendista imprenditore targato Briatore è pura parodia, scrive Aldo Grasso sul Corriere della Sera : “Uno studia tutta la vita per finire al Billionaire…”

Una lettura di Flavio Briatore in chiave ironica, scrive il Corriere della Sera, scaturita dalla penna sempre magistrale di Aldo Grasso : “Questo non è uno show – tuona mister Billionaire – e io non faccio sconti a nessuno. Chi lavora con me deve avere due palle così”.


Per lavorare con lui servirebbe piuttosto uno stomaco così, ma questi ragazzi in cerca di un’opportunità non vanno troppo per il sottile.
Del resto anche loro sono una parodia: del bocconiano, del rampante, del post-paninaro, dello stile preppy, della Ivy League sottocasa.

“Siete dieci caproni – avverte Flavio Briatore da Verzuolo, provincia di Cuneo (il paesino non è nelle Langhe) – Siete dieci capre, ma non voglio offendere le capre – insiste il Boss. I ragazzi lo chiamano proprio così, Boss…
Ci sono ormai molti programmi che si parano dietro una seconda lettura, quella ironica. Che ci sia infatti uno spettatore che segua con serietà questo gioco di strategie aziendali sembra improbabile, visto anche il grado di antipatia dei concorrenti.
È più probabile invece che si segua “The Apprentice” perché si ride delle spacconate di Briatore, della caricatura del piccolo imprenditore o del futuro capitalista.

Chi vincerà la gara sarà assunto per un anno dal Billionaire, “il maggior punto di ritrovo del jet set internazionale”, secondo uno slogan della casa.
Uno studia tutta la vita per finire al Billionaire, coraggio ragazzi!”